Il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. 185 si trovano nello scisma e negli errori dei greci, saranno restituiti al grembo del Signore ». Invitato il doge a condividere !a gioia della chiesa cattolica, il papa continua : <( Siccome questo imperatore, come sovrano cattolico dev’essere appoggiato in tutto premurosamente da tutti i fedeli di Cristo, e siccome il suo regno è arrivato quasi all’estrema distruzione per la feroce devastazione e l’occupazione da parte dei turchi, nemici terribili della croce, egli, come è noto, ha bisogno del tuo aiuto e dell’aiuto degli altri cattolici ». Il messaggio finisce con una viva preghiera del papa al doge perchè « nei limiti della possibilità venga in aiuto (dell’imperatore) contro i detti Turchi » (1). Un messaggio solenne fu inoltre mandato dal papa al doge di Genova Gabriele Adorno (2). Questi messaggi dovevano agevolare all’imperatore il viaggio di ritorno in patria e far nascere in lui la speranza di un aiuto sostanziale da parte almeno dei governi italiani. Però, a Roma, a quanto pare, non si aveva molta fiducia nell’atto di abiura di Giovanni. Il papa insiste perchè l’imperatore ancora una volta pubblicamente rico nosca per chiesa cattolica la chiesa romana, a capo della quale sta il supremo pastore « di tutti i credenti » Urbano. Nella Biblioteca Vaticana [o meglio Archivio Vatic. con la nuova segnatura A A. Arm. I-XVIII. 395] si conserva il testo, firmato da Giovanni Paleologo e legalizzato dal suo suggello d’oro, in data gennaio 1370, nel quale si legge ciò che segue (3) : Nos Johannes in Christo deo fidelis Imperator ac Romeorum Moderator Paleo-logus. Notum facimus Universis presentes litteras inspecturis, quod cum die deci-maoctava mensis Octobris proximi pre(teriti) in sacra Urbe Rome fecerimus pro-fessionem catholice fidei per Reverendissimos patres, dominos Guilelmum Episco-pum Ostien. et Bernardum Basilice. XII. Apostolorum ac Franciscum. titul. Sancte Sabine presbiteros er Raynaldum Sancti Adriani diaconum, Cardinales per Sanctis-simum patrem dominum Urbanum divina providentia papam. V. ad hoc specialiter deputatos nobis exhibitam, sponte fecerimus sub certa forma, prout apparet inde pubblicum insirumentum nostra propria manu subscriptum, nostraque bulla aurea communitum, et in eadem professione inter alia contineatur talis articulus videhcet. Credo hanc esse veram fidem catholicam, et quod hanc super dictis articulis tenet et predicai Sacrosancta Romana Ecclesia etc. Dicimus ad omnem ambiguitatem tol-lendam. nos (4) credere et intelligere, Romanam Ecclesiam, cui nunc preest pre-fatus dominus papa et sui predecessores Romani Pontifices prefuerunt, prout credun(t et) intelligunt catholici Christiani, in occidentis partibus constituti. In (1) Baronii-Raynaidi, a. 1369; 5, p. 164. Vedi l’esposizione di questa lettera in Magnan, p. 422-423. (2) Ibidem. (3) Pubblicato in Baronii-Raynaldi a. 1370, 1; p. 170; in Theiner-Miklosich 43; anche Neo? 'EXXY)vo(i.vri(iMV, XI (1914) p- 253-254. (4) In Raynaldi l’ultimo brano non è tutto chiaro. Io ho una copia del manoscritto di questo documento, dalla quale risulta che nell 'e dizione degli annali di Raynaldi invece di nos è stampato nec, perchè il testo diventa incomprensibile. In Theiner-Miklosich è scritto esattamente.