300 Note critiche alcuno alla quantità delle sillabe, largamente usato, ad esempio, da Simone il neoteologo; il n. IX suddetto, il cui irmo rjfMov òaxQvaiv è'^odelipcu è abbastanza comune. L’editore non fa questione dell’autenticità delle poesie ritmiche, la cui attribuzione al Xanthopulo è parsa sufficientemente garantita dall’autorità dell’eccellente codice Bodleiano Miscellaneo 79, ben nota raccolta di opere del detto autore, della fine del secolo XI11. Soltanto fa qualche osservazione sulla loro fattura e specialmente sulle anomalie dei n. Vili e IX. Del n. Vili (’'AxQavte JtaQftéve (xfjteç) 0eoü) ricavato dal cod. Vindob. Theol. 78, è detto: «Nous ne nous expliquons pas ces anomalies du n. VIII. On a l’impression que le morceau n’a pas été achevé, et c’est peut-être la raison pour la quelle il n’a pas été admis dans le recueil du Misceli. 79 de la Bodléienne ». Così pure del n. IX: «Le n. IX compte aussi plus d’une anomalie. Peut être ces morceaux n’étaient ils pas complètement terminés. L’hypothèse n’a rien d’invraisemblable, vu l’âge du manuscrit qui les contient». Ed invero, a prima vista ed anche dopo un più attento esame, parrebbe che si dovesse ammettere in blocco per le 10 poesie ritmiche la paternità dello Xanthopulo. Se non che, specialmente nel campo della poesia liturgica bizantina, sono sempre possibili delle sorprese. E una certa sorpresa è stata per noi il trovare che proprio il n. IX era già stato pubblicato da M. Gedeon in ’Air/eìov sxxXiiaiaoTixfjç îatoçpiaç I fase. 1 (Costantinopoli 1911) pp. 63-69 come opera di Nicola Cataskepeno. Questo Nicola, vissuto nei primi decenni del secolo XII nel monastero di Cataskepe fondato da Minuele Comneno, scrisse la vita di Cirillo Fileota (f nel ino: cfr. Diblio-Iheca hagiographica graeca, 21 ediz. p. 66), due lettere pubblicate dal Gedeon (1. c. pp. 60-62; 70-72), due canoni alla Beata Vergine compresi nei Teotocari ed un lunghissimo xavebv xatavuxTixôç stç tòv Tr)aovv, ancora inedito (cfr. É-mereau, Hymnographi byzantini in Echos d'Orient 27, 1924, p. 414). Eccetto la vita di Cirillo conservata nel cod. Athon. 1555 (Caracalla 42) dell’a. 1341 e nel cod. della Laura 847 (H. 191) del s. XV, le altre opere sono contenute nel cod. Athon. 5899 (Pantel. 392) del secolo XV, ff. 3-117: cfr. LambRCS, Catalogne of thè greek Manuscripts on Mount Athos, II, 371. In questo codice, la cui autorità non deve a priori svalutarsi di fronte alla maggiore antichità del Bodleiano, il n. IX si trova intercalato strofa per strofa negli Enxr]Qà alfabetici di Simeone Metafraste. Ecco il titolo: Sti/ripù toü Me-tacpQaatoù xdqoü 2vp.eajv tov Aoyofrétou, xatà «Xqpd(ÌT)TOv, xaì l'teça ô|ioia Ni-xoÀdov ¡xovdxoC' Jtçorjyoûvtai 8è tà tov MetcwpQaatoij. ’IIx.o; 8' îtpôç' ’'Hi)e/.ov Sdxpuaiv tj-cdg lapai. Inc. ”Ava> tÒ tfjç Siavoiaç, ’Ateviaai, Scòtsq, oàcdç Jtpôç aè oi> Suva^ui. (L’edizione non mette in vista l’acrostico interno). Dal confronto tra l’edizione del Jugie e quella del Gedeon si ricavano parecchie varianti, che riportiamo in fine a questa nota. Rinunciamo ad esaminarle