58 Il Caronte bizantino Every-man (l), sull’affresco di elusone, che rappresenta il « Trionfo e Danza della Morte » (!), sull’affresco di Pisogne (3), dove si vede la « Danza della Morte », su un affresco del Sacro Speco di Subiaco (*) ecc. Il motivo della preghiera rivolta ai Santi si ritrova anche nei testi tedeschi della danza della morte ('). Secondo gli alfabeti bizantini l’uomo disperato invoca l’aiuto di S. Michele arcangelo. Parole simili si leggono pure nel testo della «Danza di Pinzolo » già menzionata: « Archangelo Michael de lanime difensore- Intercede prò nobis al creatore » (Vigo, o. c., p. 177). Dato il caso, che lo stesso pensiero fondamentale si riconosce nelle poesie latine e greche osservate, e si corrispondono pure i motivi parziali, e la forma è sempre quella dialogica, siamo costretti a cercare fra gli alfabeti bizantini e la poesia macabra occidentale un nesso genetico. Sebbene questa poesia, in riguardo alla considerazione cristiana della morte risalga alle fonti bibliche, non ci sembra verosimile il fatto, che i diversi generi dei dialoghi si siano potuti sviluppare nello stesso modo in Oriente ed in Occidente indipendentemente l’uno dall’altro. La relazione fra questi e quelli deve essere guardata anche dal punto di vista cronologico. La poesia di morte occidentale comincia a germogliare nel secolo XII, e la danza macabra stessa, che in se raccoglie gli elementi di essa, apparisce nel secolo xiv ; mentre i ricordi della poesia di morte bizantina, che lasciano sospettare l’influenza occidentale, sono assai posteriori, e risalgono non oltre il secolo XV. Gli alfabeti editi da Hesseling sono conservati in una stampa del 1586, ed in un manoscritto del secolo XVII, ma il manoscritto del testo, dato fuori da me, senza dubbio è del secolo XV (6). Dunque in tal modo gli alfabeti sono del periodo bizantino essendo più antichi anche della poesia di Giovanni Picatoro, in cui secondo Hesseling la prima volta si sono manifestate le reminiscenze delle immaginazioni occidentali. Tutto ciò dunque accerta che lo sviluppo della poesia di morte occidentale precede l’apparire dei versi bizantini di Caronte. Sebbene io conosca soltanto codici dei dialoghi latini scritti nel secolo XIV, in ragione della parte, che questi hanno avuto nello sviluppo della danza macabra e del dramma di Every-man, possiamo dire a buon diritto, che risalgono ad una epoca molto più remota. Se poi consideriamo che negli alfabeti bizantini si trovano numerosi vocaboli di origine latina (’), i quali non possono essere annoverati fra le parole straniere che hanno acquistato il diritto di cittadinanza nella lingua greca volgare» possiamo constatare con ragioni probabili, che l’indirizzo italianeggiante del secolo X1II-X1V divulgava i ricordi della poesia macabra occidentale in Bisanzio, dove (x) GOEDEKE, ed. c. vv. 121-122, 125. (2) VIGO, 0. c., p. 32/33; KÜNSTLE, o. c., p. 52/53. (8) VIGO, 0. c., p. 80/81. (*) HESStLING, 0. c., p. 40; STOKCK, o. c., 37. (5) SCHRÖER, 0. c., p. 301. (s) A questa epoca accenna oltre il carattere della scrittura un’indicazione, che si legge su fol. Ir : « del 1400». v. D. TAMILIA, Studi Italiani di filologia classica, 10 (1902) 230, (7) Per esempio aßitapco, ÒLn.TOi'Eaoot. zovxoaatdoo), òpSivid^to, .Toimy.dno); jtQetevxàow, Jt()op,UTd(>(i>, óeuéfiio, qso^ovtóqo), temevo, ecc.