Per l’Epistolario di Demetrio Cidone. 229 verso sul margine laterale esterno, tanto da finirvi la lettera ('), come quando non si ha carta bianca su cui proseguirla : onde si mostra che la lettera fu principiata con la previsione, poi non avveratasi pienamente, che per la brevità ci avrebbe capito, mentre nel primo caso Demetrio non empi il vuoto, o perchè meditava una lettera troppo lunga per lo spazio disponibile, o perchè aveva messo da parte e dimenticato il quaderno come già pieno. Di qualche lettera poi delicata e più lavorata, per esempio quella ad Isidoro Glaba (2), essendogli riuscita troppo confusa la minuta, ricopiolla più nettamente in un altro quaderno, come domandava la comodità medesima di trascriverla in bella sul foglio da spedire. Questo per decenni. Alla fine, quando Demetrio si risolvette a mettere insieme l’epistolario, avrebbe raccolto i vari libretti e numerato di ciascuno le lettere che intendeva pubblicare, cancellando (3) quelle che, o per la forma o per il contenuto, non credeva opportuno dare in luce, o che preferiva trasportare in luogo più proprio o si accorgeva di avere scritto meglio in un altro libretto; però non senza esitare, giacché numerò qualche lettera che poi volle omessa (4), e si arrestò più volte nella numerazione senza finirla. Dipoi, o legati insieme definitivamente, o piuttosto messi solo in qualche ordine ma sciolti (5) i libretti, furono ricopiati nell’Urb. gr. 133 (F), trascurando affatto quelle numerazioni provvisorie, le quali non avevano più ragione di essere, e sostituendole con la numerazione unica di tutte le lettere, nella quale tuttavia si fece qualche salto 0 omissione. In modo tale si spiega facilmente la mancanza tanto dell’ordine cronologico quanto della distribuzione per generi 0 materie 0 per destinatari, che sembra manifesta al sig. Cammelli. Ordine cronologico dovrà esserci nelle lettere dello stesso libretto, eccetto che dove fosse stata in prima saltata per distrazione 0 per altro qualche pagina (6) e poi riempita. Potrà forse esserci all’ ingrosso anche nella successione di vari gruppi di quaderni, se pure Demetrio li raggruppò davvero secondo qualche rispetto, parendo meno verosimile, che egli abbia messo avanti i libri scritti dopo e non abbia riconosciuto il tempo almeno dei vari libretti (7); benché sia sempre possibile che li abbia lasciati l’uno sopra l’altro nell’ordine in (‘) Ff. I3T, 2iT, 69”, 77t, 9iaT. (2) F. 62» sg. (ed. Boissonade, p. 270-276), con la nota : Éacov xavvqy, «W.ayoù yà(j àxQipéaTSQOv IjcSéSoTai. Anche la lettera 'H^eì? (pÓM-sBa (Cammelli, n. 173), scritta sul margine del f. Ó9V, fu ricopiata in un libretto successivo, al 30 luogo (y' f. 7oT). (s) Ff. 9’, 49, 62T-63T, 69”, 92\ I74r. Talora invece non cancellò ma segnò: ÓQyri (f. 175v), doyri ’/.ai cnkri (f. 176*). (4) Ff. 49r e Ó2V. (5) Cosi si spiegherebbe meglio lo spostamento antico dei ff. 143-150 (v. la n. 1 della p. 228), che è posteriore a F, il quale continua bene, ma è anteriore alla segnatura dei fascicoli. (e) Ff. io7t-io8''. Ma qui si può anche immaginare che la lettera fu incominciata e prima di finirla ne fu incominciata un’altra, lasciando vuoto lo spazio che quella presumibilmente avrebbe occupato : oppure che fu ritrovato solo il principio della minuta prima. (7) Dico dei quaderni e non delle singole lettere : di parecchie meno significative e pressoché di puri complimenti nemmeno egli avrà forse ricordato più la data precisa.