284 Testi volgari neoéllenici tra le carte Allacciane ecc. Oltre mezzo secolo prima della raccolta del Fauriel, Chants populaires de la Grece moderne, e qualche decennio avanti la comparsa del tpayoCÒi t% Toijukàt|5 nel Voyage en Grece pendant les annèes 1797 et 1798 di D. e N. Stefanopoli, un dotto Chiotto non disdegnava di consegnare alla carta testi volgari della sua isola. Anzi egli stesso componeva in versi politici ed in lingua volgareggiante le lodi di Pompeo Compagnoni, vescovo di Osimo (1740-1774), ove il Vernazza soggiornò qualche tempo come professore di greco nel Collegio Campana. Ma, mentre questi versi laudativi sono scritti in caratteri greci, i testi suddetti sono dettati in lettere latine, come alcuni altri che saranno pubblicati nel volume successivo di questi « Studi ». Una tal quale incertezza 0 titubanza nella traslitterazione dei suoni si può rilevare da correzioni e ritocchi, che ricorrono qua e là e che registriamo nell’apparato. 11 fascicoletto comprende quattro testi distinti: I) Proverbi in numero di dieci, di cui alcuni (4, 6-8) in versi politici. Segniamo in calce soltanto i paralleli che ritraggono più da vicino il testo trascritto dal Vernazza. Non abbiamo identificato il n. 2, che può essere tolto dà una delle tante poesie popolari, che hanno per argomento la moglie del papas. II) Poesia amorosa di 22 ottonari piani, rimati a due per due, che veniva cantata in coro secondo la didascalia segnata in margine. Ili) Questa poesia, la più lunga e più interessante, appartiene alla classe dei così detti àgiO^oì od exaToXóyia, che hanno per motivo i numeri, e che si presentano tanto entro la cornice della fiaba, quanto indipendentemente, in modo speciale come canto popolare. Su ciò esiste un’intera letteratura, per la quale basta rimandare a Hesseling-Pernot, ’EQcoTOJtaiyvia (Chansons d’amour), Paris-Athènes, 1913, pp. 1V-XXIX, 67-156, a Pernot H., Études de Littérature grecque moderne, Paris 1916, pp. 97-115 e a Kretschmer P., Neugricchische Màrchen, Jena, 1919. P- 335- 11 punto più originale della poesia è la prima strofa, che per il numero uno non si limita ad indicare soltanto un oggetto (un dio, un amore, ecc.), ma svolge tutto il motivo della vendemmia, per poi passare al motivo del canto dell’usignuolo e della rondinella nel mese di maggio ; motivo che si riscontra nella versione epi-rotica pubblicata nel ZcoyQctcpeio? ’Ayóv, I (Costantinopoli 1891), p. 8 —Hesseling-Pernot, 0. c. p. XVI. Qui abbiamo dunque la giustaposizione di due motivi in origine separati. Però la trascrizione è alquanto turbata, come appare specialmente dalla mancata corrispondenza tra i vv. 8-9 del n. uno ed i w. 9-10 del n. due. La successiva serie numerica, due cuori, tre pernici, quattro occhi, cinque pesci, sei stelle, sette vergini del coro, otto tentacoli del polipo, nove mesi del bambino, trova facilmente paralleli nelle altre redazioni. IV. Graziosa poesia amorosa, probabilmente destinata ad essere cantata e ballata come « Allemanda ». Consta di due strofe quasi d’identica struttura. V. Come saggio del volgare usato dal Velrnazza, seguono i versi politici in lode del vescovo Compagnoni. Altro saggio in Per le augustissime nozze delle Altezze Reali di Vittorio Amedeo di Savoia e Maria Antonia Ferdinanda infanta