304 Note critiche A p. 152 si legge: roç aitò ¡nltcov eì'xoai taiv ri)Se sativ tò teï/oç oiôt]qoî5v xaì ETEQov -/uIkovv ’ xal eaco0ev Tovtcov eattv ó JtaQaÔEiaoç. Anche la nuova citazione poetica, apparentemente un trimetro giambico monco cT una sillaba, non ci offre gran che di nuovo, perchè difficilmente si può staccare dal v. 38 del terzo canone giambico di S. Giovanni Damasceno: ’Oh.|3qo|3Xdt8Tç (iot pelùpov axTipâtou vev\jy[i,évT)ç aou Ti'kzvçàç, & ÔeoC Àóye. Cfr. Johannis Damasceni Canones iambici ex schedis Aug. Nauck., Mélanges Gréco-romains, VI, 2 (St. Pétersbourg 1894) p. 212. L’adattamento di questo verso conosciutissimo, come del resto lo erano i canoni giambici del Damasceno, non è costato che la sostituzione di dwriçdto'u ad ovQoevó0ev.