294 Note critiche assai guasta, dà il nome di S. Sebastiano: O A ... OC BAC .. . OC = Sanctus Bastianns ». Senza dubbio si deve invece leggere '0 "Ayiog BacnXEiog. Per l’iconografia v. P. Orsi, Le chiese basiliane della Calabria, Vallecchi editore, Firenze (s. a.), p. 28 seg. 9. — Giambi con quadruplice acrostico dell’ imperatore Basilio. 11 p. Antonio Rocchi, Códices Cryptenses, p. 459 nelle Animadversiones al cod. Crypt. Z. a. XXX, del secolo X, pubblica nove versi giambici annotando: « ad calcem fol. 93 appinguntur versus iambici cum duplici acrostichide versibus affixa, quorum sensus est non minus abstrusus, quam quod coactae succedant extremae hinc inde litterae ». Gli stessi giambi si trovano anche nel codice Vaticano greco 2130 del s. XI fol. 210 e sono così descritti da Gerolamo Amati nell' Inventarium Codiami Grae-corum, III: « Sunt duo acrostiches. Prima in fine versus exhibet BgmtìXeios, altera in principio (non tamen notata in margine) tx \teo\j rus, hic est vov?. Haec non intellexit Pastritius; ac male etiam mutare tentavit primum versus. Carmina tamen haec sunt corruptissima, ut et caetera huius indicis », Veramente il costrutto ed il senso di quegli 2tixoi ìaji(3ixoi, (così sono intitolati in V) sono poco chiari. Si tratta infatti di stiracchiature imposte dal gioco dell’acrostico, che non è soltanto duplice, come hanno rilevato il Rocchi e PAmati, ma addirittura quadruplice, in quanto che anche nell’interno dei giambi le lettere finali della quinta sillaba (la cesura è sempre dopo la quinta sillaba), e le lettere iniziali della sesta sillaba costituiscono pure acrostico. Di consimili bisticci abbonda la letteratura bizantina; basti ricordare i giambi degli iconoclasti confutati da S. Teodoro Studita con giambi d’identica struttura acrostica (MiGNE, Patrol. gr. 99, coll. 435-476) e quelli di Manuele retore pubblicati in Byzantinìsche Zeitschrìft, 17, (1908) p. 470, dove però non sembra riuscito l’acrostico delle finali delle quinte sillabe. 1 suddetti nove giambi acrostici possono rivestire una certa importanza, in quanto possono contribuire a fissare un termine post quem della compilazione dei lessici contenuti n;I codice Vaticano e Criptense. Senza dubbio dobbiamo restringerci tra Basilio 1 (867-886) e Basilio II Bulgaroctonos (976-1025). Un esame più accurato del codice di Grottaferrata (se è realmente del secolo X, come afferma il Rocchi) e di altri codici eventualmente contenenti quei versi, potrà decidere a favore del fondatore dello dinastia Macedone anzi che del secondo Basilio. L’acrostico completo è di questo tenore: ’Ex 0soù wv ó (3a0de/ùg [3ct-oiXeùsi Baai/.sios.