262 Le vedute di Costantinopoli di Cristoforo Buondelmonti * * * Da rimarcarsi anzi tutto il fatto che la descrizione più ampia omette alcuni brani, anche di notevole interesse, i quali figurano invece nel testo ridotto. Pur tacendo di alcuni passi della redazione abbreviata i quali, se mancano al rispettivo luogo della redazione maggiore, potrebbero tuttavia trovare riscontro in altro punto di quel testo più ampio (1), oi piace citare il brano della descrizione più breve « et omnia eius ediflcia marmorea in mare videntur prosternata, prope por-tulum imperaloris dicti », del quale invano si cercherebbe un corrispondente nella narrazione più estesa, se pure quel porto dell’imperatore è segnato nel disegno del codice Classense. Parimenti la notizia che i testi abbreviati aggiungono alla descrizione della colónna del Giustiniano, « et iuxta hanc sex columne marmoree erecte magne videntur seriatim », non ritorna affatto nella trattazione più lunga (2). E cosi dicasi per l’indicazione « ad meridiem », che il testo breve aggiunge alla menzione della colonna di Giustiniano; per il muro designato da esso come « innumerabilium fenestrarum » da presso all’ippodromo; per la chiesa dei SS. Apostoli denunciata come « iam diruta » ; per il sepolcro di Costantino dichiarato « immenso » ; per il Ponto, cui è soggiunta la specificazione « seu F.uxinum » ecc. : tutte espressioni di cui manca ogni equivalente nella redazione più estesa. Persino il lungo brano riguardante le cisterne di S. Giovanni de Petra, del Pandepopti, del Pandocratora, dei SS. Apostoli e di Maometto, mentre è compreso nella descrizione succinta, è saltato senz’altro nei testi maggiori : ma su tale punto dovremo dire più avanti. Come si spiega tutto ciò? Chi ritiene che la redazione abbreviata sia opera, al pari della maggiore, dello stesso Buondelmonti, può giustificare queste anomalie, pensando che il geografo fiorentino, nel comporre il suo estratto, vi introducesse a bella posta nuovi particolari, che egli aveva trascurati nella prima redazione, sebbene più ampia. Ma che il compendio sia realmente da attribuirsi al Buondelmonti non è affatto dimostrato. È bensi vero che egli medesimo ricorda di avere altra volta inoltrato allo stesso cardinale Orsini un abbozzo dell’isolario, ben diverso dal nuovo più copioso. (1) (( .. Justinianus, qui leges condidit, et sanctam Sophiam edificavit, cum palatioque po-dromo ». Della legiferazione di Giustiniano (« Romanorum imperium armis et legibus repa_ ravit »), della fondazione di S. Sofia, e della costruzione del suo palazzo si parla in tre punti ben diversi da questo e differenti fra loro della redazione maggiore ; e cosi dicasi dell’ippodromo (che sappiamo tuttavia essere dovuto a Costantino). Della cisterna dei SS. Quaranta dice la redazione minore « in qua, ut dicitur, nullurh invenire finem ». La redazione maggiore si accontenta di chiamarla « immensurabtlem cister-nam » : ma è assai meno. (2) Non crediamo vi corrisponda il brano del testo ampliato « per medium dicti campi (cioè l’ippodromo) in longitudine non aìtus erat murus, in quo columpne marmoree multarum historiarum sculpte una post alter am pasite sunt ».