160 li viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. La situazione di Giovanni V di fronte ai turchi era dunque in altissimo grado imbarazzante, quasi senza uscita. Senza l’aiuto dell’Occidente egli non poteva intraprendere contro di essi nulla di serio. Come condizione di possibile aiuto da parte dei crociati occidentali si presentava l’Unione con la chiesa romana. Le circostanze fecero sì che luogo delia conclusione dell’Unione non fu Avignone, dove il papa aveva la sua residenza permanente, ma Roma, dove il papa verso la fine del settimo decennio ritornò per un breve tempo. La decisione del papa Urbano V di abbandonare Avignone e ritornare a Roma allarmò molto la Corte di Parigi di Carlo V il Saggio. Una solenne ambasciata con eminenti rappresentanti della Francia alla testa, arrivò ad Avignone e non soltanto per esortare il papa a non abbandonare questa città, ma anche per biasimarlo apertamente per una simile intenzione. Alle insistenze del re si unirono quasi tutti i cardinali non italiani, che non volevano mutare la loro libera e comoda vita ad Avignone con la vita a Roma, città loro estranea ed agitata da spirito rivoluzionario. Contrariamente alle affermazioni dei cardinali il soggiorno ad Avignone non era del tutto senza pericolo, data la possibilità di incursioni delle compagnie di ventura, flagello della Francia all’epoca della guerra dei cento anni. Roma invece e l’Italia, precisamente a quest’epoca, grazie all’attività energica de! cardinale Albornoz erano in perfetto ordine ; e il cardinale sperava che il ritorno del papa a Roma avrebbe calmati definitivamente gli italiani e rafforzato l’ordine con tanta fatica da lui stabilito (1). II Papa insistette sul suo proposito e il 30 aprile 1367 lasciò Avignone (2). Roma nel secolo XIV si trovava in istato di completa decadenza e sfacelo (3). Per l’arrivo del papa il palazzo vaticano fu restaurato (4). Urbano V già da Avignone aveva scritto ad un vescovo in Italia, che, secondo notizie a lui giunte, un magnifico frutteto presso il palazzo di S. Pietro, cioè il Vaticano, era stato a tal punto trascurato, da perdere qualsiasi aspetto di giardino e da sembrare piuttosto in (1) Mollat, Lee papes d'Avignon, 111-113. R. DelaChenal, Histoire de Charles Vili, Paris, 1916, 511-527. (2) Baronii-Raynaldi, ad a. 1367, 2, p. 140. Les Grandes Chroniques de France selon que elles sont conservées en l’église de Saint-Dénis en France. Publiées par P. Paris VI, Paris, 1838, 247: (sotto 1367) «le derrenier jour d’avril, dont Pasques furent le dix-huitiesme jour dudit mays, pape Urbain parti d’Avignon .pour aler à Rome, au très-grant desplaisir de tous les cardinaux ». La nuova edizione di queste cronache arriva, per quanto io sappia, fino al 1364. Lefs Grandes Chroniques de France. Chronique des règnes de Jean TI et de Charles V par R. Delachenal I, 1350-1364. Paris, 1910. Nella letteratura russa su queste cronache ved. N. RadciS, ObScestvennoe dvizenie vo Francii 13.^-1358 gg. (Movimento sociale in Francia 1355-1358) in « Zumal ministerstva narodnago prosvjeäSenija » (Rivista del Min. dell’istruzione Pubblica) 1913, maggio 4-6, 63. L’itinerario dettagliato di Urbano V in Italia vedi in Garosca, uno dei compagni di viaggio del papa. Garosci de Ulmoisca, Iter italicum Urbani V. Die Chronik des Garoscus de Ulmoisca Veteri und Bertrand Boysset (1365-1415) herausgeg. von Fr. Ehrle in <( Archiv für Literatur-und Kirchengeschichte des Mittelalters», VII (1803), 318-320. (3) Vedi Gpegorovius, Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter, 4 Aufl. 1893, VI, 425-426. (4) Vedi I. P. Kirsch, Die Rückkehr der Pdp;,te Urban V und Gregor XI von Avignon nach Rom. Auszüge aus den Kameralregistern des Vatikanischen Archivs. Paderborn, 1898, XXIX - XLI.