164 II viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. Il Patriarca di Costantinopoli Filoteo, quello di Alessandria Nifone e quello di Gerusalemme Lazzaro, mandarono al papa il loro consenso all’unione delle chiese; in risposta Urbano V mandò loro un messaggio (Prudentibus viris Philotheo Con-stantinopolitanam, Nifon Alexandrinam et Lazaro Ierosolymitanam patriarchales Èc-clesias more Graecorum regentibus) in cui li esortava a star fermi nella loro decisione, a influire con la predica e con gli atti sul popolo e prometteva loro una accoglienza benevola e onorevole, se fossero voluti venire insieme a Giovanni Paleologo e il suo seguito a Roma, « alla Santa Sede Apostolica, madre e maestra di tutti i fedeli » (1). Dal messaggio del papa a tutti gli archimandriti e agli altri monaci di Grecia (Prudentibus viris universis a/chimandritis aliisque calogeris Graeciae) si vede che il papa aspettava l’imperatore a Roma nel maggio dell’anno seguente 1368 (2). In due lettere eguali a tutti i nobili magnati e ai baroni cristiani dell’impero dei greci (Nobilibus viris universis magnatibus et baronibus christianis Imperii Gre-corum) e « ai rispettabili cittadini di Costantinopoli » (Discretis viris universis ci-vibus civitatis Costantinopolitanae) il papa esprime la sua soddisfazione per il loro desiderio di concorrere alla « conciliazione e all’Unione dei greci con la santissima chiesa romana, madre e maestra di tutti i fedeli di Cristo », desiderio che egli ha conosciuto dal patriarca di Costantinopoli Paolo e dagli ambasciatori greci venuti in Italia; in queste lettere si parla anche dell’arrivo dell’imperatore a Roma nel maggio 1368. Il papa prega i magnati greci, i baroni e i cittadini di Costantinopoli di rimanere fermi nella causa dell’Unione, di influire con zelo in questa direzione sull’imperatore, sul clero ed il popolo e di accompagnare l’imperatore durante il suo viaggio in Italia (3). Nella seconda lettera ai cittadini di Costantinopoli sono ricordati i nomi di due ambasciatori bizantini, giunti col patriarca Paolo in Italia : Teodoro Domestico Prossimo (4) e Costantino Metasopulos. Lo stesso messaggio fu spedito dal papa a Costantinopoli al nome di Demetrio Cidone, al soldato Strongilo e al pretore di Costantinopoli Giovanni (Nobilibus viris Dimitrio Chidoni et Strongilo militi ac Johanni pretori Constantinopolitano) (5). Demetrio Cidonio era uno scrittore di grande ingegno e fertilità nel campo della retorica e della teologia dell’epoca dei Paleologi; partecipò attivamente alle discussioni religiose del tempo e ai piani dell’Unione; fu maestro del futuro imperatore Manuele II, il quale fu con lui in (1) Ibidem p. 145. A. Katanskij ritiene che la notizia della lettera di Filoteo e Nifone (in Katanskij erroneamente Nizon) e Lazaro al papa è incerta o almeno è riferita erroneamente in Raynaldi. Il semplice desiderio dell’Unione delle chiese è considerato da lui, come desiderio di sottomettersi al papa, A. Katanskij Vopros 0 soedinenii cerkve], (La questione dell’Unione delle chiese) in « Christ. Ctenie » 1868, I e 582. es. I. (2) Baronii-Raynaldi, p. 145. (3) Cod. Vat. Reg. Urb. V Ann. VI, N. 249, fol. jo r. e v. (4) ó o ~?r>iirl:iozì proximus, grado militare e impiego. La questione di «Proximus» non è chiarita, vedi sull’epoca precedente in J. B. Bury. The Imperiai Administrative System in thè ninth century. London 1911, p. 55; F. Uspenski Voennoe ustrojstvo Vizantijskoj imperii (L’organizzazione militare nell’impero Bizantino) in « Izv. Russ. Archeol. Instituta v. Kon-stantinopoljè » (Notizie dell’istituto archeologico russo a Costantinopoli ) VI (1) p. 173. ■ (5) Reg. Urb. V. an. VI, N. 249, fol. 2 r.