Il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. 163 vrani stranieri nell’Oriente cristiano, ci permettono di ricostruire più o meno precisamente l’itinerario di Giovanni. Nel messaggio ad Andronico, figlio maggiore ed erede di Giovanni V, il papa esprime il suo parere perchè Andronico, a quanto gli risulta, nella questione della riconciliazione delle chiese, segue l’esempio paterno e vuole interessarsi premurosamente della salvezza della propria anima e del popolo, che un giorno dovrà governare ed anche del bene del mondo ; nello stesso tempo il papa domanda ad Andronico di concorrere a che suo padre, il clero e il popolo, siano tenaci nella causa dell’Unione con anima pura e reale zelo (1). Un messaggio eguale a questo, se non si tenga conto delle parole rivolte ad Andronico come futuro imperatore, fu mandato dal papa agli altri figli di Giovanni V, Manuele Despota e Michele (Nobilibus viris Manueli Déspoto et Michaeli natis magnifici viri Johannis Paleologi, Imperatoris Graecorum) (2). Un messaggio analogo fu mandato anche ad Elena, moglie di Giovanni V e figlia di Giovanni Cantacuzeno (illustri principesae Elenae imperatrici Graecorum). Il papa ritenne necessario mandare un messaggio anche al padre di Elena, ex-imperatore-usurpatore Giovanni Cantacuzeno, che passava gli ultimi giorni della sua vita nei conventi (Prudenti viro Catacusino ordinis Sancti Basilii olim imperatori Graecorum); il papa contava che il Cantacuzeno, grazie alla sua influenza sul clero, sul popolo e sull’imperatore stesso, avrebbe concorso alla realizzazione della proposta Unione. Il papa scriveva a Cantacuzeno : « Abbiamo spesso sentito che tu sei uomo di grande saggezza; ornato della conoscenza delle sacre scritture; che tu, una volta durante un lungo periodo hai governato l’impero dei greci e dopo aver lasciato la corona, sei passato ad una vita rigorosa, cioè nell’ordine di S. Basilio; hai molti aderenti fra i monaci, il clero e il popolo greco; perciò tu, dopo sua altezza imperiale, puoi essere più di chiunque altro utile nella causa della conclusione dell’atto dell’Unione dei greci con i latini... Per ciò noi domandiamo la tua discrezione e premurosamente ti preghiamo a che tu cerchi insistentemente di convincere con i tuoi consigli previdenti e con le tue opere di persuasione Giovanni Paleologo, l’imperatore dei greci, il tuo famoso genero, i monaci, il clero e il popolo, a prepararsi alla conclusione dell’Unione surricordata, dalla quale deriveranno degli innumerevoli beni spirituali e temporali; e il suddetto imperatore a venire al Trono Apostolico, conforme alla sua promessa ; con questo tu aiuterai la posizione del detto imperatore e dell’impero, che sprofonda ogni giorno più nell’abisso, e acquisterai un nome glorioso nel mondo e una ricompensa nel cielo » (3). (1) In Baronii-Rm xai.di (a 1367, S, p. 144) è soltanto ricordato questo messaggio. Io posseggo la copia del messaggio da me fatta durante i miei lavori in Vaticano. Reg. Urb. V. ann. VI, n. 249, fol. 1. (2) In Baronii Raynaldi c’è solo un accenno (p. 144). Testo completo ne’ Reg. Urb. V, anno VI, n. 249, fol. 1 v. Giovanni V aveva ancora un figlio minore Teodoro. Cfr. per i figli di Giovanni V in Berger de Xi\rey op. cit. p. 16-17. (3) Baronii-Raynaidi, p. 144-145. In francese la lettera è nel libro di Magnan, op. cit., p. 364-365.