192 Il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. 1° giugno 1370 il papa mandò un messaggio a Giovanni Paleologo, nel quale, dopo avergli ricordato il dovere di sostenere e difendere i diritti del clero cattolico nel suo impero, gli raccomandava di rivolgere speciale attenzione ad Ugolino, Vescovo di Gallipoli, città, che già da molto tempo era stata presa dai turchi infedeli e ri-conquistata soltanto grazie alla forza e all’energia dei cavalieri occidentali (cioè delle truppe di Amedeo di Savoia) ; il papa chiedeva inoltre che i sudditi dell’impero testimoniassero a Ugoiino e al clero che si recava con lui, dovuto rispetto ed obbedienza (1). Il 26 agosto 1370 il papa lasciava Montefìascone, per arrivare il 27 settembre via Marsiglia ad Avignone, dove gli erano state preparate solenni accoglienze (2). Il 19 dicembre 1370 il papa Urbano V moriva. La conversione di Giovanni V ha servito qualche volta di argomento per le prediche nelle chiese cattoliche; così, per esempio, il 19 dicembre 1870 nella chiesa di S. Vittore a Marsiglia, l’abate Albanès pronunciava un panegirico di Urbano V nel quale fra l’altro parlava della conversione di Giovanni Paleologo : « Fu questo il risultato delle esortazioni del Santo Padre, il quale da molto tempo incitava l’imperatore a riconciliarsi con la chiesa cattolica. Numerose conversioni si ebbero fra gli scismatici dell’Oriente e dilettarono il cuore di colui che le aveva provocate mandando zelanti missionari (3). Mettendo fine al mio lavoro intorno al viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e sull'Unione romana del 1369, io non pretendo affatto di aver compiuto un esame esauriente del materiale ; sono anzi fermamente convinto, che non pochi dettagli interessanti su questa questione si trovano nei tesori manoscritti italiani e in generale nelle biblioteche europee ; inoltre si può dire quasi con certezza, che alla mia attenzione sono sfuggite anche alcune fonti stampate, poco accessibili e poco diffuse, edizioni specialmente italiane. L’unione del 1369, come tutti gli analoghi tentativi da parte di Bisanzio, non diede risultati reali: l’Europa Occidentale, non ostante gli appelli del papa, non mandò a Bisanzio il richiesto aiuto contro i turchi; d’altro lato, l’Unione religiosa, così solennemente pronunciata da Giovanni V, rimase affare suo personale, e la popolazione dell'impero, nonostante le singole conversioni, rimase nella massa, fedele alla dottrina della chiesa ortodossa orientale. E interessante da questo punto di vista leggere una serie di messaggi del patriarca di Costantinopoli Filoteo degli anni 1370-1371, da lui mandati per varie questioni ai principi e all’alto clero russo. In questi messaggi noi non troviamo nessun accenno all’accordo concluso da Giovanni V a Roma. Al contrario, nel messaggio di Filoteo ai principi russi del giugno 1370, epoca cioè in cui l’Unione era già conclusa, noi troviamo parole che confermano l’ortodossia severa di Filoteo : « La nostra modestia — scrive egli — conoscendo bene e da molto tempo la vostra pura fede e devozione, che voi avete dal (1) Reg Urb. V an. Vili, N. 250, fol. 81. (2) Chaillan, op. cit., p. 196-197, 202. Mollat. op. cit., p. 115-116. (3) Panégyrique du Bienheureux Urbain V, pronomi'- le 19 décembre 1870 dans l’église de S. Victor à Marsellle par l’abbé J. H. Albanès. Marseille, 1870, j>. 16.