Il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. 165 corrispondenza (1). Quanto a Strongillo, probabilmente bisogna pensare qui ad un polemista ecclesiastico del XIV sec*, Gregorio Strongilo (2). Infine a Costantinopoli furono mandati dal papa ancora duÿfaiessaggi : uno al podestà di Genova e alla « comunità » genovese a Pera, come si chiamava allora una parte della città, adesso Ga-lata (3), a! nord del Corno d’Oro (Dilectis filiis nobili viro... Potestati et Comuni Terrae Pere) ; il secondo al bailo veneziano e ai Consiglieri veneziali residenti a Costantinopoli (Dilectis filiis nobili viro Baiulo ac consiliariis Venetorum Costanti-nopolis commorantibus) (4). Come noto, il principale rappresentante della colonia commerciale genovese a Costantinopoli si chiamava podestà, quello veneto : bailo, e quello pisano : console. Oltre a questa serie di messaggi, mandati a Costantinopoli, il papa, desiderando rendere, per quanto era possibile, agevole il lungo viaggio del sovrano bizantina, mandò delle lettere, datate sempre 6 novembre 1367, a molti governatori, i paesi dei quali erano sulla via che doveva percorrere Giovanni V. Un messaggio era indirizzato all’amato figlio nobile uomo Francesco Gattilusio, sovrano dell’isola di Mitilene (Dilecto filio nobili viro Francisco Catelucio domino insulae Mitelini), nel quale il papa con le solite espressioni esalta lo zelo di Francesco per la religione e la sua influenza nella questione riguardante Giovanni V (3). Rappresentante di una nota famiglia genovese, Francesco Gattilusio, che aveva prestato aiuto all'imperatore nella lotta contro Giovanni Cantacuzeno e aveva ricevuto per questo la mano della sorella di Giovanni V, Maria, nel 1355 aveva ricevuto come dote l’isola di Metelino (Lesbo), nella quale egli aveva cominciato ad esercitare il suo governo. Come vedremo in seguito, Francesco accompagnò Giovanni V a Roma e la sua firma si trova, in mezzo alle altre firme, sotto il testo deH’Unione ivi conclusa (6). Al podestà genovese e agli abitanti dell’isola di Chio (Dilectis filiis nobili viro... Potestati et massariis insulae Chii) il papa rivolge la preghiera di dare all’imperatore ogni assistenza « durante il suo viaggio di andata e di ritorno » (7). Questa preghiera del papa ebbe una grande importanza, perchè Chio soltanto da poco tempo, e precisa-mente nel 1346, era stata tolta a Bisanzio dai genovesi; e per questa ragione le relazioni fra l’imperatore e il podestà di Chio potevano essere ostili (8). Lettere eguali furono mandate all’isola di Rodi al gran Maestro e al convento dell’ordine degli ospi- fi) Vedi Krumbacher Geschichte der Byz.intinischen Litteratur. 2. Auflage. Miinchen 1897, 487 Brrgex de Xivrry op. cit. p. 24 M. Treu Demet*ios Kydones. « B\z. Zeitschrift » I (1892) 60. (2) Vedi Krùmbachep op. cit. no, 4 Non mi è chiaro, perchè Stronghilo sia chiamato nel messaggio miles. (3) Adesso Pera e Galata sono due parti diverse della città. (4) Rer. Urb. V; an. VI., N. 249, fol. 2 v. (;>) Rer. Urb. V : an. VI., N. 249, fol. 2 v. (6) Vedi W Mii.ler. The Gattilusj of I esbos (1355-14Ó2) « Byz. Zeitschrift» XXII Ì1913) 406-410. La firma sotto il testo latino dell’Unione vedi in Baronii-Rainaldi, an. 1369. p. 164: Francisco Catalusi de Janua domino insulae Metelini. (7) Reg. Urb. V, an. VI, N. 249, fol 3 in eundo et redeundo, oh reverrntiam Dei ac dictae Sedis et nostram ac augmentum fidei christianae, cum vos requisiverint vestra tribuatis auxilium, consilium et favorem. In Baronii-Raynaldi (p. 144) c’è soltanto un accenno. (8) Vedi W. Heyd Histoire du commerce du Levant au moyen-âge. Leipzig, 1885 I, 491-492.