172 Il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma. Basandoci su queste brevi testimonianze delle ulteriori fonti bizantine, noi potremmo, senza prendere in considerazione l’esposizione di Duca fare le seguenti deduzioni : Giovanni prima di tutto si diresse a Venezia, di là visitò il re francese (celtico, secondo la terminologia di Laonicò) Carlo, il paese del quale Laonico chiama Galazia (cioè Gallia) e poi, passando per Venezia, dove fu arrestato per i suoi debiti verso le autorità veneziane e liberato dal figlio Manuele, ritornò a Costantinopoli. Come si vede, le fonti bizantine non parlano nè del viaggio a Roma, nè dell’incontro col papa. Nella loro esposizione è come se non esistessero nè il fatto dell’Unione del 1369 nè il problema stesso di questa unione. Alle fonti occidentali appartengono le vite di papa Urbano V arrivate fino a noi, le quali offrono materiale sulla presenza dell’imperatore a Roma. Gli studiosi di queste vite enumerano quattordici biografie di Urbano più antiche, molto disuguali fra loro per la qualità di notizie che riferiscono (1). Le più preziose sono quelle note come prima e seconda ; alcune di esse, per esempio la sesta, non hanno alcuna importanza storica (2). I regesti di papa Urbano V, importanti per la nostra questione, non sono stati ancora pubblicati al completo; la pubblicazione delle lettere intrapresa al principio del sec. XX, e portata fino al giugno 1365, comprende soltanto le lettere, che riguardano Avignone e la Francia (3). A queste fonti occidentali, che riguardano prevaientemente il fatto della presenza di Giovanni V a Roma e la conclusione dell’Unione, bisogna aggiungere i materiali napoletani e veneti che illuminano, sebbene non pienamente, la storia del viaggio stesso. Fra i tesori manoscritti della Biblioteca Nazionale di Parigi si trovano, pare, tre manoscritti della « Storia di Venezia » di Giovanni Giacomo Ca roldo, segretario del Consiglio dei Dieci del secolo XIV, autore poco noto, ma la cui cronaca inedita ha trovato un apprezzamento assai lusinghiero in coloro che hanno avuto occasione di conoscerla (4). Secondo le parole di uno studioso, Ca-roldo, a quanto pare, prendeva dagli scaffali, quaderno per quaderno, i documenti a lui accessibili, ne faceva degli estratti e, fondandosi su questi, dava un’esposizione ben legata degli avvenimenti : per la storia di Venezia la cronaca di Caroldo, questa (1) Varie esposizioni della vita di Urbano V sono pubblicate in Muratori Rerum iiaìi-carum scriptores III, 2. Nuova edizione J. H. Albanès et U. Chevalier Actes anciens et do-cuments concernant le bienheureux Urbain V Pape I, Paris-MarseiIle 1897. (2) Un apprezzamento delle quattordici antiche vite di Urbano V. vedi in G. Sciimidt Der historische Weri der vierzehn alten Eiographien des Papstes Urban V (1362-1370). Inau-gural-Dissertation, Breslau, 1907. L’apprezzamento della sesta vita a pag. 47. (3) Vedi P. Lecacheux. Lcttres secretes et curiales du pape Urbain V ( 2362-T570) se rappcrtant à la ¥ rance (Lettres des papes d’Avignon se rapportant à la France). Paris. Dtux fascioules (1902-1906). Alcune lettere di Urbano V, importanti amche per il nostro tema, sono stampate come già sappiamo, sotto gli anni corrispondenti, regli Annales Ecclesiastici Bakonii-Raynaldi. (4) Vedi Manoscritti italiani delle Biblioteche di Francia. I Roma 1886, p. 69 n. 320 (9959; sec. XVII); p. 70, n. 321 (9959a» sec. XVIII; Colbert). Dei due seguenti manoscritti mi sono servito personalmente : Cfr. p. 69, n. 319 (9958, sec. XVII): Cronaca di Venezia di « Ja-como Servidor de chasa Celsi » fino al 1476. Nel catalogo alfabetico dei manoscritti italiani della Biblioteca Nazionale è stato ancora notato a? nome Caroldo, N. 1317 ; ma nel catalogo stampato troviamo: Relazioni di diversi conclavi (p. 220, N. 1317, sec. XVII; St. Germain, 1474).