212 Per l’Epistolario di Demetrio Cidone. non sia rimasta memoria, è poco verosimile : per crederlo dovrebbe risultarci chiaramente dal contesto, il quale invece non lascia per nulla capire che quella città fosse in Francia o in altra regione dell’Occidente. Lasciando perciò questo da parte, esaminiamo qualche altro punto della lettera e vediamo di cavarne, se è possibile, una data più precisa e indovinare il destinatario. Vi si ricordano dunque a p. 31-32, con ¡scoramento, le promesse inadempiute di due legazioni, (due e non più, come le ultime e sole che tenevansi presenti dagli uomini di allora): rag jtQÓTegov |j,èv tfjg 2[ìi5qvì)s (leggasi tof) 2(xi'pvi)g), cioè di Paolo vescovo di Smirne (fino al 15 maggio 1357) nel 1355-6, liatepov 5è tofi Xbycìto'u, senza dubbio il B. Pietro Thomas (f 6 gennaio 1366), legato in Oriente nel 1356, e di nuovo dal 1359 in poi ('). Vi si ricorda come una spesa inutilmente compiuta e da megalomane il viaggio del re di Cipro (p. 32), cioè Pietro I di Lusignano, che imbarcatosi a Pafo il 24 ottobre 1362 per l’Occidente non lo aveva lasciato prima del 27 giugno 1365, giorno della sua partenza da Venezia (2); in fine si ricorda l’insuccesso del consiglio, dato dal destinatario e sostenuto dal Cidone, di mandare un’ambasciata greca al papa (3). Siamo dunque, al massimo, fra l’estate 1365 e il 4 giugno 1367, nel quale giorno partivano con Amedeo di Savoia per Roma otto ambasciatori greci (*); però qualche tempo prima di questo giorno, e se non prima, forse nei primi giorni del ritorno di Amedeo con l’imperatore dalla Bulgaria (aprile 1367), perchè Demetrio non mostra fiducia che si ottenga una tale ambasceria. D’altra parte la nostra lettera essendo di risposta ad una dell 'autunno ricevuta al principio dell’ estate (5) non può essere che della seconda metà del 1366 (*) Cf. N. JORGA, Philippe de Mèzières, 136 sgg.; O. HALECKI, op. cit., 54 sgg., 68 sgg. (2) JORGA, op. cit., 142 e 277; HALECKI, op. cit., 80 sgg. (s) Tò 6è |xi| xai xovq jiqég, 81’ wv avxov deixai xfjs àjioXA/u[iévT]<; jiioxbìo? xal xròv Xeitco^iévcov Xgioxiavcòv oly.iov XaPeiv, xai navxa Jtoifjaai òaa xai avxòg év tot? YQa[i|Mt0i awsfSoijta'ueg. ’ExeIvoi; [lèv oiv o noir|0Ei 0eòg &v el8eir\... (lin. 91-96). Questa importante lettera imperiale al papa, che potè essere scritta da Demetrio stesso, a cui l’imperatore aveva fatto leggere la lettera di Simone a sè diretta (lin. 38), quando fu mandata? allo stesso tempo circa della nostra? oppure assai prima, ed è qui tuttavia considerata, perchè Demetrio aveva da rispondere insieme a parecchie lettere di Simone (lin. 1 s.) ? Non so dirlo, nè so dire se possa 0 no riportarsi fino all’autunno 1364, quando Giovanni V mandò il messaggio di cui nella nota seguente. (4) HALECKI, 160 sgg. L’ultima delle precedenti ambasciate, benché non solenne, e dell’imperatore soltanto, era stata nell’autunno 1364: allora Giovanni V avea mandato il genovese Michele Malaspina in Avignone a proporre una collaborazione politica alla crociata (ib. 86). (5) xovxo yào xai xà aà YQ“Rta*’É8i8aaxEv, eutsQ (Ìn/0|JÌY01> Oénouq f|[ùv xaùxa 8é-Swxev ó %Qr\nxòq A(>o|iox{>àxT|5, XQuyr|X0Ìj 8è ¡ieooùvto? xaùx’ ÈXsyeq avxòq imo aov otvxe-OeTaOai (lin. 14 sgg.). Un sospetto temerario: Aoo|ioy.Qo|u>xfÌQv| 0 di òqo-ixóvagxo;? ripescato, se non addirittura foggiato da Demetrio medesimo, che talvolta ama l’insolito, come quando indicò il papa con YEqniQojtoió? (v. Notizie di Procoro ecc., p. 358).