Il Caronte bizantino 57 tre Morti », appare un morto che si dichiara messaggero di Dio (4), e nella iscrizione su un rilievo votivo, fatto a Napoli nel secolo XIV, la Morte dice di se stessa che è venuta comandata da Dio (Cheo per comandamento) (2). Secondo il mio parere già Kunstle (3) molto bene affermò, che la poesia della danza macabra ricordava agli uomini del medio evo non solamente la mortalità, ma li avvertiva di attendere la morte in ogni momento preparati e pronti, perchè per un fedele cristiano non c’è maggior disgrazia della morte improvvisa ed inaspettata, la quale gl’impedisce di passare con anima pentita e rassegnata dal luogo dei suoi torti e peccati al cospetto di sommo giudice. Per questo la letteratura di morte ammonisce in primo luogo i nobili ed i ricchi, i quali sono più incatenati dalle vanità di questo mondo, che i poveri. Negli alfabeti bizantini ad ogni tratto si ritrovano questi pensieri della letteratura di morte occidentale. Nella danza macabra di Pinzolo si legge: «La hora e fenita» (Vigo, o. c., p. 173); r) &ga crou oXr) ixutépT] xcmu - dice Caronte nell’alfabeto bizantino (Hesseling B 56). « Sempre transire paratus » dice il testo italiano (1. c., p. 175) Zw etffovv xal 8èv rixaue? Xóyia tà>v layogapcov jtov a’ Xéyav' yiv0u eroico? xi aìjacpvu eqxet’ 6 Xóqo? ammonisce Caronte gli uomini (1. c., 27-28). Possiamo dunque stabilire dì nuovo, che negli alfabeti bizantini il modo di pensare è lo stesso che nei dialoghi latini, e negli altri ricordi della letteratura di morte occidentale, che sono in relazione con questi. Naturalmente gli alfabeti bizantini sono più ricchi di motivi, che i dialoghi latini da noi conosciuti, ma i motivi mancanti in quest’ultimi si ritrovano quasi tutti negli altri ricordi della letteratura di morte occidentale. Ad esempio gli alfabeti cominciano colla preghiera rivolta alla croce di Cristo (secondo il testo III e Hesseling A, l’autore anonimo prega ad esso, secondo il testo Hesseling B ora Caronte, ora l’Uomo). Questo motivo si ritrova anche nella leggenda dei tre Vivi e tre Morti (*); sul principio del testo delle danze macabre parla ordinariamente Cristo stesso, 0 invece di esso il predicatore (5). Che la Morte uccide la sua vittima colle saette, questo fatto come motivo è tanto comune nelle danze macabre occidentali e nelle loro rappresentazioni artistiche, che non c’ è bisogno dei documenti. L’offerta dei tesori è un altro motivo comune nelle danze macabre occidentali, la cui origine occidentale fu già accennata da Hesseling. La rinveniamo per esempio nei testi tedeschi della danza macabra (6), nella « moralità » inglese (') Künstle, 0. c., 31. (2) HESSELING, o. c., 38. (s) KÜNSTLE, 0. C., 54-55. 73, 89. (4) KÜNSTLE, 0. C., 33. - Quanto alla relazione tra la scena della croce e la leggenda vedi o. c. di Kozàky, p. 99. (6) VIGO, 0. c., 172; SEELMANN, 0. c., 70; W. FEHSE, Der oberdeutsche vierzeilige 'Iotentanztext, Zeitschrift für deutsche Philologie, 40 (1908) 83. (6) K. F. SCHRÖER, Todtentanzsprüche, Germania 12(1867)291,304; cfr. WALTHER, 0. c., pag. 82.