258 Le vedute di Costantinopoli di Cristoforo Buondelmonti Nella classe dei rimanenti manoscritti, i quali contengono la descrizione abbreviata, forma famiglia a sè l’esemplare di Holkham. Esso si scosta dagli altri codici per piccole varianti, le quali dipendono più direttamente che non negli altri dalla redazione maggiore, cosi che il codice del conte di Leicester può considerarsi come un compendio per sè stante. Restano cosi dodici manoscritti, i quali ci rappresentano i più notevoli apografi del testo compendiato. Che essi si palesino molto disparati l’un dall’altro, e che i singoli vicendevoli rapporti appaiano assai indiretti e complicati, abbiamo già detto più addietro. Del resto basti pensare che il Marciano XIV, 25 contiene una aggiunta riguardante la colonna colla pretesa statua di Teodosio (1); ed il Parigino 2383 una piccola appendice sui monumenti di Pera; e che a lor volta il Marciano X, 123 salta per inavvertenza una riga nei riguardi del numero delle torri della città, e il Fiorentino della Nazionale II. II. 312 omette per errore il brano riguardante i sedili dell’ippodromo; e il Laurenziano dimentica un pezzo del brano relativo ai tre serpenti di bronzo : e che, ciò non di meno, di tali aggiunte ed omissioni non si riconosce traccia negli altri singoli codici — eccezione fatta per la prima, che si incontra in altri due manoscritti. L’esame delle varianti e sopra tutto di quelle varianti che, essendo inammissibili, è a credersi non risalgano al testo originale, ci permette tuttavia di stabilire alcune categorie di codici. Così il sistematico ripetersi degli stessi errori nel manoscritto Laurenziano, nei due Fiorentini della Nazionale e nel Parigino 4824 denota indubbiamente un reciproco rapporto dei quattro manoscritti, di probabile origine fiorentina (2) : fra i quali può darsi che il primo si riattacchi più strettamente all’ultimo (3). Fra i restanti otto manoscritti, i quali hanno reciproche analogie fra loro, mostrano più stretta parentela il Marciano XIV, 25 col Marciano X, 124 e col Ros-siano 705, che appartengono ad un unico gruppo; il Rossiano 702 col Marciano X, (1) « Extra igitur ecclcsiam ad meridiem in platea columna LXX cubitorum alta videtur, cuius in capite Theodosius aeneus equester habetur et pomuvi cum leva tenens, ad orientem cum dextra minatur. Et usque in hodiernutn fuit opinio ut esset Justinanus ; sed, capto ordine ascen-dendi ad verticem ipsius collimile, visum est scriptum in ipso homine et equo eneo esse Theo-dosium a. Anche il rispettivo disegno del codice, alla solita dénominazione di columna justi-niani, sostituisce l’indicazione di Teodosio (Cfr. A. Morotmann, Esquisse cit., pag. 472 : il quale ignora però questo brano). (2) Diamo alcuni esempi più significativi ; ex invidia vel dolore (invece di vel timore) ; quis autem (invece di quisne) ; quia quo (invece di quia a quo) ; agulia ex uno latere (invece di ex uno lapide) ; sancti quadragmta martirum milia (invece di quadraginta martires) ; cuius finem invenire nequaquam dicitur posse (invece di in qua ut dicitur tmllum invenire finem) ; pauci im.per.itorì's (invece di pauci habitatcres) ecc. (3) Soltanto in essi troviamo infatti prostrata al luogo di prosternata, e sopra tutto l’erroneo tormenta al luogo di torneamenta. (Ma in altri casi la coincidenza non esiste e il Parigino sembra più corretto ; cosi esso è l’unico fra tutti i dieci codici ad avere fermentato anzjichè frumentato ; ed il solo fra i quattro della propria classe che, ih luogo di sex columne marmoree erepte, mantiene erede).