-ss» 435 solamente ordigni malematici e pitture e disegni, ma altresì molli codici manoscritti di buoni aulori greci, Ialini e italiani; fra’quali alcuni non più siampali, spezialmente un poemello dello scolastico Agalia ; esemplare, per quanto se ne conosce, unico. Fu poi grande sventura che la ricchissima libreria di Aldo Manuzio (che egli avea destinata ai Veneziani), andasse, lui morto a Roma, quivi squarciata in pasto dei creditori ; che d' invidiabil tesoro già sarebbe quella di S. Marco superba. Se non che, quasi volesse il senato antivenire consimili danni, e insieme a procurare T incremento della biblioteca, comandò Tanno 1603, che ad essa si dovesse presentare una copia di qualunque libro fosse stampato nel veneto dominio; assegnandole altresì l’annua dote di trecento ducati da spendere nell’ acquisto di libri stranieri. Fosse slato meno tardi il decreto! Avrebbesi oggidì compiuta la serie degli antichi monumenti dell'arte tipografica in Venezia! Omettendo di accennare altri doni del dottore Antonio dei Vescovi, e del sacerdote Gasparo Ventura Lonigo da Este e del senator Pietro Morosini, fatti di opere per la più parte alimenti a materie legali, matematiche e numismatiche, merita speziale menzione il codice autografo di Nicolò Manuzzi, medico veneziano; contenente particolari ed esatle notizie storiche intorno al Mogol, da lui visitato, e per la dimora e pratica lunga, eli’ei fece della favella de’ Tartari, profondamente conosciuto. Sopra tulio poi non sono da dimenticare i lasci di Giambattista Recanati e di Domenico Pasqualigo : questi senatore e distinto archeologo ; quegli gentiluomo fornito di erudizione e di finissimo gusto. Legò infatti il primo nel 1734 notevol suppellettile dei migliori suoi manoscritti alla libreria; greci, di commentarli biblici e d’opere di santi Padri; latini, di storia; italiani, di storia e di poesia. L’allro accrebbe il numero dei libri a stampa con una rara collezione di commedie volgari e con alquanti buoni volumi; a nulla dire delle pregevoli opere di Benedetto XIV, offerte dal suo successore Clemente, tredicesimo di questo nome, e dell’ acquistalo autografo della Istoria del Concilio Tridentino di Paolo Sarpi.