<*► 536 <*=- Sebasliano Seccante, altro genero di Pomponio, il primo de’ quali cominci!) dal compiere i lavori che il suocero lasciali avea, morendo, imperfetti; indi altri ce ne diede di sua intera invenzione, come lo sposalizio di santa Caterina in San Vito, e varie tavole d'altare nei vicini villaggi, dalle quali risulta ch’egli seguiva lo stile del suocero sì nella composizione, sì nel colorito, essendogli per altro in ogni parte di molto inferiore. — Di maggior credito è Sebastiano Seccante, capo di numerosa famiglia pittorica, che al Friuli ha lascialo gran quantità di pitture. Seguace egli dassi a vedere del Pordenone e dell’ Amalteo nel San Giuseppe di Cividale, in cui non lascia a desiderare che una maggiore sveltezza nelle forme delle sue figure, quale adottò in seguito, come può riscontrarsi nella tavola di san Giovanni in Cremona, che mostra la Vergine in trono fra alcuni santi. — Di Giacomo Seccante, cognominato Trombon, di lui fratello, nel duomo di Udine si conservano tre piccoli quadri, ne'quali si ricordano i modi dell'Amalteo. — In compagnia di Sebastiano suo figlio, ei condusse a fresco la storia della Crocifissione nella fu confraternita dei Calzolaj. Dalle iscrizioni si rileva che molti anni impiegarono nel trarre a fine quest'opera. — Un ultimo pittor, finalmente, di questa famiglia, esecutore di molle opere, fu Seccante Seccanti, il quale si compiacque di grandi composizioni, come ne diede saggio ne’quadri che lasciò al castello e nella chiesa del Crocifisso, in cui vi sono vari ritratti d'ottimo gusto. — Fra gl' imitatori più solerli e riputali del Pordenone deesi annoverare Francesco Beccaruzzi da Conegliano, il quale non solamente guardò alle opere di Giannantonio, ma eziandio a quelle di Tiziano, come lo dimostra il San Francesco stimatizzato che e nella R. Accademia. Di lui e de molti errori delti intorno alle opere sue abbiam discorso nella Pinacoteca, opera che si potrà consultare volendo. — Convien poi far memoria di Gio. Battista Grassi, pittor buono e miglior architetto, dal quale ebbe il Vasari notizie sugli artisti del Friuli. Lanzi il crede di altra scuola, sì perchè lo storico Aretino tacque di lui tanta gloria, sì perché le poche sue opere, ben conservate e immuni da ritocco, molto hanno del