-cs» 6 ■»tes- Si cconie ordinariamente accade delle rimote ed antiche istituzioni, controversa ed incerta è la vera origine della zecca veneziana, i cui primordi, risalendo fino al secolo VI, si vorrebbero ricercare nelle note espressioni di Cassiodoro, che, accennando ai tribuni marittimi l’industre loro commercio dei sali che ritraevano da queste lagune, notò : Moneta illic quodammodo percutitur victualis. Sul qual proposito, senza ora involgersi in inutili questioni, può facilmente ammettersi che anche fra’Veneti rifuggiti, come negli altri Stati sia avvenuto, che cioè nei principii di loro società supplissero alla mancanza di moneta propria coi cambi e permute dei generi utili, o valendosi di quella forestiera che fra loro passava dai luoghi che più frequentavano o circonvicini : e così di mano in mano, a norma dell’ aumentarsi delle loro fortune ed interessi, ne battessero poi eglino stessi, forse di nazionale e minore pegli usi interni ; e siccome allora si praticava, altra migliore destinata al commercio esterno, cogl’ impronti che riuscivano più accreditati nei luoghi dove ad essi tornava utile di dirigere i loro negozi. Ciò esposto in generale dietro i principii più sicuri, tutto il di più darebbe forse poca speranza di trarne cosa alcuna ben fondata o positiva. Il primo ricordo per sé stesso autorevolissimo di moneta veneziana si trova nel paltò di Lotario imperatore col doge Pietro Tra-donico dell’ anno 840, che è il primo di quelli che ci restano, dove inettesi certa graduazione nelle cause e questioni fra i sudditi rispettivi : usque ad XII libras Veneticorum ; lire le quali dal patto istesso risulta che allora equivalessero a 6 soldi mancosi. A questo altri documenti susseguitane che si ommettono, ed i quali provano come fin dal IX e X secolo qui ci fosse una moneta nazionale propria di Venezia, che usavasi ed era riconosciuta nelle pubbliche contrattazioni : rimanendo però dubbio se le lire, o soldi, o danari venetici, che spesso s’incontrano ricordali, siano sempre da riguardarsi qual moneta effettiva, o alle volte come nominale soltanto e di conto ; costituite o rappresentate da altre monete forastiere, o anche nazionali di minor importanza, oppur anche qualche volta dal solo valore e peso dei preziosi metalli.