242 ■°£>' alterata o distrutta da freddi intempestivi, da gragnuola, da continue pioggie, il passaggio sarà più copioso; in caso contrario, assai minore. Alcuni uccelli sentono più degli altri il variare dei tempi e delle stagioni, perciò sono più solleciti degli altri a far il loro passaggio, come molte specie di tordi, merli, pavoncine, ecc. Altri non si fanno vedere in copioso numero che dopo un periodo di anni, come lo storno roseo, il tordinon, ec. Altri compariscono accidentalmente, o perché gettali dalle bulfere, come tanti uccelli rari, pellicano, cigno, mestolon, fenicottero, ec., ed altri periodicamente ciò fanno, come i lugarini, i subioti, i bechi in erose, il cui passaggio è ogni quattro o cinque anni. Altri ancora non fanno mai passaggio regolare numeroso, ma Iratlengonsi stazionari presso noi, come fanno le passere di cillà, i colombi di Venezia, e tutti gli uccelli del polo. Nel tempo dell’equinozio di autunno, il passaggio degli uccelli resla sospeso, o almeno è assai minore, secondo le osservazioni fatte dagli uccellatori del Friuli. In primavera alcuni uccelli vengono in truppe più numerose di quello fanno l’autunno ; come i tordi sisa-rini, i totani muti, le vetóle, ec. Cosi pure il loro passaggio in quella stagione dura meno giorni, e si fermano meno, perchè lo fanno più in fretta, mentre si sentono stimolali dalla necessità di dover preparare i loro nidi, a meno che freddi improvvisi ed ostinati non li costringano a doversi fermare qualche giorno di più. Ciò abbiamo veduto succedere li 20 aprile dell’anno 1845, nel quale il freddo fu cosi eccessivo per neve e ghiaccio, che gli uccelli acquatici che aveano abbandonato le nostre valli, se ne ritornarono addietro a grandi squadroni, e le riempirono di nuovo. Questa marcia retrograda durò pochi giorni; pure si è veduta succedere, come si osserva anche aver luogo pegli uccelli terrestri, come per la sylvia, lo scolopax, il turdus, ec. Gli uccelli nel loro passaggio si prevalgono dei forti venti, per viaggiare più prestamente e con minor fatica. Alcuni uccelli invece, come i cigni, i chersi, i bufanti, i seroloni, ed altri, non si fanno vedere in buon numero se non quando fa rigido freddo. Nel secondo passaggio di autunno, quelli che nidificarono fra