2^1 quando nulla vi è più da temere. E nel ritorno d’autunno per qual causa sono invece le femmine quelle che aprono la marcia? E non è evidente che se si trattenessero più dei maschi potrebbero esser sorprese dai freddi? In esse sta il prezioso germe della loro moltiplicazione, si avviano a climi più dolci, ove nulla hanno a temere, ed è perciò che natura le sprona a fuggire le prime. 11 desiderio di mutar clima, che rinnovasi, come abbiamo veduto, due volte all’ anno, si manifesta perfino negli uccelli prigionieri con la inquietudine più viva. Eppure ad essi non manca il cibo, e sono tenuti in ambienti dolci e temperati. Dunque non è la deficienza di cibo, nè il freddo che determinino gli uccelli propriamente a partire. Nulla vi ha che non tentino in quelle due stagioni per mettersi in libertà, e spesso alcuni muojono dalla passione e dagli sforzi che fanno per uscire di cattività. In tutti gli altri tempi la sopportano tranquillamente, e mostrano amare la loro prigionia. Perciò la primavera e 1’ autunno sono i tempi nei quali vediamo popolarsi di più le nostre contrade, le nostre valli, i nostri boschi e paludi. Vi arriva la garrula rondinella, e ci annunzia vicina la più bell’ epoca della natura. L’inquieto sòis risveglia, col loquace mattutino suo canto, il villano, e lo chiama al lavoro. Tutto è moto, tutto vita, tutto rinnovazione e cangiamento. All’ apparir invece delle prudenti grue, quasi nuova costellazione, disposte in sublimi triangoli, all’ arrivar frettoloso delle numerose torme di allodole, di anitre e di altri uccelli, al vivace e sonoro canto dello scricciolo e del pettirosso, al comparir del-l’impellicciato ed amaro subioto, ci viene annunziato 1’ avvicinarsi a gran passi del verno. Quella stagione è f immagine della morte; tutto è silenzio, ed ogni essere cerca sottrarsi dai suoi rigori. Già il verno, la neve ed il ghiaccio son presso. Il passaggio però degli uccelli va di concerto con quello delle stagioni, ed alle volle ritarda o anlecipa secondo il prolungarsi od avanzarsi di quelle. Così i venti contrari, le pioggie dirotte, o altre atmosferiche variazioni, ritardano o fanno diriger il passaggio degli uccelli per altre parli. Se la nidificazione non sia stata VOI;. II. 34