■«So d «3> poteva immediatamente rifluire a lidi abbandonati, non altrimenti che torna diflìeile far rientrare un fiume che abbia deviato dal suo alveo. Per ultimo sopravvenne il cholera, che replicatamente afflisse Venezia, isolandola e diminuendo i concambi. Ma presso al 4838, e meglio nel 4839, si manifestarono chiaramente le conseguenze delle discipline economiche adottate, ed alla franchigia, non essendo intervenuto altro fatto notevole, si devono attribuire i felici effetti aspettati. In fatti la popolazione s’accrebbe, il movimento nel suo porto si fece maggiore. Avvertasi però bene, che s’intende accennare ad una condizione che prosperò dallo stato in cui era antecedentemente ; non già ad un deciso rivolgimento economico, il quale non avrebbe potuto accadere per le circostanze in cui si trova il commercio europeo e la città di Venezia. 1 tre fatti poco distanti per il tempo, l’attivazione della franchigia, la diga di Malamocco, la strada ferrata che unirà Venezia a Milano, terranno un posto distinto nell’ istoria economica contemporanea di questa illustre città, ed eccennano ad un prosperamento, che sarebbe bene s’aumentasse ognor più, se non altro in grazia delle gloriose ricordanze del tempo passato. Se le industrie s’ afforzeranno prendendo vigore coll’affratellarsi alle scienze che ad esse si riferiscono, se le condizioni economiche che regolano la franchigia permetteranno che stendano maggior ala; se un più animoso ardimento mercantile coadiuvato dalle circostanze concorrerà per far lieta Venezia, è a sperarsi che la confidenza nell’ avvenire non abbia a riuscir vana. Ma perchè questi utili effetti si possano ottenere, torna necessario studiare attentamente le circostanze di fatto attuali, le difficoltà a superarsi, e poi incarnare le più prossime speranze di miglioramento con quella ferma ed attiva volontà, che è il prezioso segreto, il quale forma, si può dire, la sola fortuna di molti altri luoghi. Forse il commercio indiano riprenderà l’antica via del Mediterraneo a traverso l’istmo di Suez, ed in qualunque ipotesi Venezia ne deriverebbe certo un grande vantaggio. Comunque questi eventi possano parere lontani, tuttavia non è senza giustezza sperar bene, mentre torna indubitabile che anche al presente la situazione di Venezia, rispetto al commercio, trovasi appropriata. Prima che fosse applicato il vapore alle navi ed ai carri, prima che fosse costrutta la diga di Malamocco, prima che si pensasse di poter penetrare per le lagune con incredibile celerità a traverso le Alpi sino sulle rive del Iago di Costanza, od in altra parte della Germania, Napoleone aveva dettate le seguenti parole : « Venezia è la città ed il porto di commercio il più bene situato di tutti. Tutte le mercanzie di Costantinopoli e del Levante vi giungono direttamente per il cammino più corto, che è l’Adriatico. Di colà si diramano fino a Torino per il Po, ed in tutta la Germania, salendo