302 «o mese la libertà a quanti riguadagnarono la mente, e giudica quali debbano rimanere a spese del R. Erario e quali del proprio comune. Perchè lo Stato mantiene, come supremo tutore della pubblica sicurezza, coloro clic a sé o agli altri arrecherebbero nocumento. Gl’ imbecilli poi che non possono in alcun modo turbare 1’ ordine sociale, nè abbisognano di particolare vigilanza, restano a carico de’ comuni. Quello di Venezia ne fu sollevato dall’ultimo doge Lodovico Manin, che quasi un mezzo milione di lire austriache lasciò in retaggio, metà per raccogliere abbandonati fanciulli, e metà per mantenimento di pazzi. Nuove fabbriche a spese dell’ Erario ingrandirono il moroco-mio, nel quale si trovano grandi sale, pulite stanze, lieti passeggi, vasta ortaglia, dove i dementi s’ impiegano a lavorare il terreno ed in altri mestieri. Amene prospettive di Venezia, del mare, delle circostanti isole rallegrano tutti gli angoli dello stabilimento, e le acque della laguna non impaludano vicino ad esso, e lasciano quindi al-1’ aere la sua naturale purità. Una magnifica sala terrena, non ha guari restaurata dall’ I. R. Governo, cui l’isola appartiene, comprende 90 letti per infermi di chirurgiche malattie. Può considerarsi una sezione dell’ ospedale civile, ed eccone il prospetto dal 1836 al 1845 : ANNI RIMASTI ENTRATI GUARITI MORTI 1836 67 516 522 16 1837 45 571 354 11 1838 71 440 425 16 1839 72 00 462 25 •st 1840 68 528 504 18 1841 74 498 484 15 1842 75 512 497 12 1845 78 554 545 17 1844 70 476 450 15 1845 83 520 506 22 705 4696 4527 161