■o 256 «c=- numero, si spaventano con ladri che si gettano in aria, e cacciansi tutte le passere nella rete. Le reti armate hanno vari altri nomi, secondo le uccellate alle quali servono ; cosi vi sono la rete da rocolo per tordi e per uccelletti; la prussiana, detta anche oselandina o bressanela; la storcla, con la quale si prendono varie specie di uccelli nell’ inverno ; le passate da tordi e da uccelletti ; le paratele o cortinei, con le quali si pigliano le quaggine nelle risaie nel modo seguente. Si tendono le reti al termine di un’ajuola, c poi si va in due persone con una corda lunga, alla quale si attaccano vari sonagli. Ognuno prende il capo di essa, e vanno ambidue strisciandola sopra il riso, e nello stesso tempo scuotendola per far suonar i campanelli. Le quaggine spaventate vanno avanti correndo, e restano insaccate nella rete. ARTICOLO IV. - LACCI. Nessuna caccia particolare si usa da noi con i lacci, a riserva di quella che si fa alle sforzane. Va l’uccellatore in mezzo ai paludi folti di canne e umidi, ove sogliono praticare simili uccelli, con i piedi difesi da lunghi e forti stivalacci, delti da noi stivai da vale. Cammina su e giù rompendo la canna coi piedi, e formando nel suo passaggio tante piccole stradelle. Porla seco un buon numero di lacci, che va tendendo qua e là fra quelle stradelle, assicurandoli alle canne. Le sforzane, sentendo Io strepito di quello che cammina, corrono qua e là, c trovato il viottolo fallo dall’ uccellatore, mun male sospettando, s’avviano per quello, credendo di esser più lesle a fuggire, ed invece incappano nel laccio. Coi lacci si prendono i becanoti e le beccaccie. Si forniscono i boschetti e le utìe di lacci grandi espressamente fatti per i tordi, e le siepi di lacci più piccoli per gli uccelletti. Si tendono nei campi per prender le allodole e le pernici ; e con forti lacci di filo di ferro cotto si prendono anche le lepri, tendendoli alle aperture di quei buchi pei quali sono solite a passare.