<»* 580 ♦£> fronzuti, c dentro s’acconciano e tavole e sedie ; nè vi manca alla poppa, e meglio anche alla prora, perchè a certe cose è bene aver sempre l’occhio, la sua botticella, o almeno almeno la sua angui-stara del vino. Uno dei più cari spettacoli è vederne anzi l’imbarco ; la gente si ferma a goderlo dalle rive, e 1’ accompagna talora cogli applausi, tal altra co’fischi. Su quelle barche fanno talora passaggio intere famiglie : la prima, la seconda, la terza generazione: il nonno, che s’affida a rischi del mare, e si concede ancora una volta, prima di chiuder le luci per sempre, quella onesta vacanza, c che innanzi di porre il pie’a bordo consulta con un guardo il cielo, e lenta il legno col bastoncello ; la madre prudente, che tien dietro a’putti, ma più ancora al carico delle vittuaglie; i putii insolenti, che balzano dentro d’un salto e fan traballare la barca, mentre i vecchi si stringono alle panchette, e loro dan sulla voce, brontolando. E (piando non s’imbarcano le intere famiglie, s’imbarcano mezze le contrade: tutte le donne di questo o di quel campiello, di questa o quella corte, come qui si domandano certe vie mozze un po’ spaziose, e eh’ elle, tratte in sulla porta le impagliate lor sedie, trasformano in sala da crocchio, anzi in assemblea, dove agitano in pubblico le private loro faccende, con grande consolazione del vicinato. Questa specie di fragorosa tribù ha un capo, anzi una capessa, col titolo di cassiera, il cui ufficio è di raccorre di settimana in settimana dalle altre quel volontario tributo, che per simigliatile occasione abbiamo di sopra notato, col cui merito e capitale vanno poi insieme al Lido a sciupare in un unico garan-ghelo, tal nome ha la comun gozzoviglia, ciò che un po' per volta e a spilluzzico s’è ragunato in un anno. Queste sono le compagnie più allegre, quelle che fanno veramente vivo e singolare il popolare baccano. Ed è ben giusto eh' elle ne vogliano una buona satolla, s’ hanno a rifarsi del sacrifizio che loro costò quella festa per tutto un anno. Ma accostiamoci al Lido. La benigna natura, acciocché Venezia non fosse dal mare, quand’egli infuria, inghiottita, ne alzò, a riparo e presidio, alcune ¡solette, che le fan come scudo e la fronteggiano incontro a’ suoi