87 non sapremmo con sicurezza affermare ; o, se pur celebrò, par noi facesse che per un anno (i). Di qua molti malamente conchiusero ch’egli fu il primo a esercitare giurisdizione episcopale. Questa non cominciò veramente che con Gabriele Severo di Malvasia ; creato cappellano (i5^3) in età di trentadue anni. 11 quale andato a Costantinopoli del i5 77, ritornò dopo un anno in Venezia arcivescovo greco di Filadelfia; provincia della Lidia: costituita in metropoli fin dal secolo IX (2). Ricevuto onorevolmente dalla repubblica, assunse tosto il governo della chiesa dei Greci con soddisfazione universale e con abbondantissimi frutti di evangelica predicazione. E benché nel medesimo anno il patriarca Geremia lo invitasse a sedere in Filadelfia, niente di meno ricusò di andarvi, allegando la estrema povertà di quella diocesi e la singolare affezione eh’ egli portava alla numerosa sua greggia in Venezia (3). Onde la Chiesa Orientale, condiscendendo a cosiffatte ragioni, e oltracciò a’maneggi particolari della repubblica, fece la traslazione del greco arcivescovado da Filadelfia in Venezia ; e fu da quel tempo il Severo esarco di tutta la Lidia e vicario spirituale del greco patriarca di Costantinopoli in San Giorgio de’ Greci. Governò questa chiesa per lo spazio di tren-taotto anni ; in capo de’quali, comandato dal senato di visitare le chiese greche della Dalmazia, morì in Lesina nel monastero di santa Veneranda a’dì 21 di ottobre 1616, in età di anni settantacinque (4). Fu di vita umile ed esemplare, di varia e splendida letteratura. Amicissimo al Sarpi, carissimo alla repubblica ; la quale di sue virtù remunerollo di 180 zecchini l’anno, anche per provvederlo di quel più eh’ era richiesto alla sua dignità. E spesso lo ammetteva in senato (5) ; e di tanto segnalato favore traeva egli cagione di beneficare ( quando n’era bisogno ) la chiesa e la nazione. Alla quale di tanta amorevolezza e consuetudine era legato, da ricusare il patriarcato greco di Costantinopoli proferitogli del 1597 dal patriarca d’Alessandria Melezio (6). Per tali virtù meritò che il suo corpo fosse tre anni appresso trasportato in Venezia e sepolto in Santuario nell’ arca degli arcivescovi; e fossegli anche rizzato in chiesa un monumento (lavoro di Baldassare Longhena) sopra la porta dal lato destro, con greca e latina inscrizione di Alessandro Sincliticò di Cipro: u Memoriae immortali Gahrielis Seviro Archiep. Philadelph. ut qui doctr. pietate et sane te. excelluit. Ser. Reip. ob eximia. fide, carus exstitit. posteris quoq. pelar, exempluforet. Graeci incolae et advenae bene-for. mem. numq. satis venerabu. M. D. C. XIX. « E fu Gabriele degli arcivescovi filadelfensi XXI. Ebbe dieci successori eletti dalla nazione ; fra’ quali sei metropoliti di Filadelfia ; e questi con le debite bolle, che dalla Chiesa Orientale procacciava loro il senato per mezzo del bailo (7). E furono : II. Teofane Xenachi (1617-32), nato in Pola, ma d’origine ciprio ; già cappellano, predicatore dottissimo e discepolo di Teofilo Coridaleo ; per la cui ordinazione, seguita in Costantinopoli, la repubblica regalò quel patriarca d’ una croce d’oro del valore di dugento zecchini, da essere portata da successore a successore per segno dell’ affetto ch’ella aveva ai Greci in Venezia (8) ; e a Teofane concesse lo (1) Matricola della Scuola. (2,) Le Quien, Oriens Christ., t. I, p. 872. e seg. (3) Gabrielis Severi, Epistolae, etc., p. n3 e seg. (4) MSS. già posseduti dall1 ab. Daniele Francesconi. (5) Crusius, Turco-graecia, p. 525. (6) Archiv. Busta n. 24. (7) V. Vettor Sandi e Flaminio Cornaro. (8) Ducale 17 agosto 1618.