-o 26 *j> analogia a preferenza con altre monete bizantine del secolo XII, ed alla foggia istessa in un ovale o fra due semicerchi, anche nelle monete di Cattaro e di Ragusi battute intorno al 1500, così vi si vede disegnato il Salvatore o i rispettivi santi protettori della città. Sembra particolare di questo ducalo veneziano la conosciuta sua leggenda : sit. t. xpe. dat. q. tv. regis. iste.dvcat., e che va spiegala : Sit tibi Christc datus, quem tu regis iste ducalus. Il corso grandissimo acquistatosi da questa moneta nel commercio di Oriente, fece sì che altri tentassero o trovassero il loro conto d’ imitarne e di ripeterne la stampa ; il che singolarmente si nota accaduto nei possessi genovesi di Scio e di Metelino, e nel-1’ isola di Rodi da quei cavalieri ; onde fin dal 1557, i primi, pei reclami di Venezia, movevano lagno al loro concittadino Francesco Gatelusio, di aver data fuori in Metelino moneta d’ oro, sebben peggiore, sotto il medesimo stampo della veneziana ; ed è noto fra questi lo zecchino affatto simile, che ha nella leggenda il nome di Giacomo Gatelusio duca di Metelino, all’anno incirca 1586, notato: jacob. gatelvs. d. metelin. dvx. In pari tempo s’incontra l’imitazione di Rodi col nome di F. Deodato da Gozzo, vissuto fin al 1554, poi proseguila da altri di quei gran mastri. Anche più tardi, nelle tariffe veneziane del 1545, si vede tollerato il corso di queste due monete medesime, che vi si chiamano il fiorino rodioto e scioto, e che vi si mettono in confronto dello zecchino a venete lire 7,6, invece di lire 7,12; accornpagnando-visi inoltre lo stampo del primo col nome di fra Fabrizio da Carretto, gran mastro fin al 1525, e del secondo con quello islesso del doge veneziano Leonardo Loredano, che visse in pari tempo al cominciar di quel secolo, notato così : leonardvs lavr - edanvs, cioè colla leggenda proseguita in giro anche nell’ esergo, che negli altri zecchini suol essere vuoto. Nella raccolta Zoppetti altra singoiar imitazione se ne trova da qui notarsi di carattere e stile del seco- lo XIV, che ha nel dritto, da un lato, s. lavret, dall’ altro, petrvs. dcr, lungo il vessillo dux, ed un S al di sotto; e nel rovescio la leggenda diversa : gloria, i. exel. deo. et. i. tera.