CAPITOLO IV. ORATORI!. - SCUOLE DI MUSICA. Più secoli innanzi che s' inventasse il dramma musicale, pensando di risuscitare con esso la tragedia de'Greci, quella potente natura, che trae l’età prima, come degli uomini, così de’ popoli all’ imitare, aveva già fatto nascere una qualche sorte di dramma, d’impronta nuova e cristiana, secondo Y indole della civiltà rinascente. Tali erano que’ Misteri, che si usò rappresentare e cantare ne'secoli di mezzo, prima ne’cimiteri e nelle vie, poi con maggiore apparato nelle chiese. La sfrenata licenza, che mescolavasi a quelle rappresentazioni prese dalla vita di Cristo e de’ santi, più tardi fu imbrigliata da leggi e dalla civiltà che cresceva : si conservarono però in più decente forma nelle chiese; ed il modo tenuto ancora nel cantare il Passio, n'offre un’ imagine. L’essergli venuto a mano il racconto di Susanna modulato a questa foggia dal Willaert, condusse il Winterfeld a credere che anche nella basilica di S. Marco, sul principio del secolo XVI, s’usassero di così fatti dialoghi in musica ; ed è comune opinione che da questa origine venissero gli oratorii, i quali ebbero poi nome e forma dalle pie unioni di San Filippo Neri. Nel 1677 non s'erano qui ancora dimenticali in tutto que' sacri racconti ; che tal fu certo il S. Francesco Saverio, cantato quell' anno nell’ ospedale degl’ Incurabili, per la memoria, come dice