-o 351 «s» 3. D. Antonio Veruda per l’ebraico, morto però pochi mesi prima del cadere della repubblica, e non da altri sostiluito. U. D. Angelo Pietro Galli per il francese. 5. Fr. Antonio Bomar, Minor Osservante, per l’illirico. 6. Il sig. Giovanni Litinio per il greco. 7. D. Giacomo dott. Maggio per l’italiano. 8.° D. Vincenzo M. Angeli, C. R. S. id. 9. D. Giovanni Martinengo, C. R. S. id. 10. P. Fr. Nicolò Riboni Agostiniano, id. 11. D. Giovanni Andrea Deffendi pei fogli volanti. 12.° I). Francesco Domenichi, id. Seguito il fatto del 12 maggio 1797, la municipalità provvisoria, nel 16 di detto mese, pubblicò la libertà della stampa eccettuando ed inebendo ciò tutto che potesse aver relazione alle opinioni, scritti, discorsi, condotta c fatti politici anteriori alla sua istituzione. Se non che, avendosi rilevato che venivano lesi i diritti degli autori e degli editori all’ ombra dell’ accordata libertà, nel 23 maggio stesso fu ordinato di dar in nota al comitato di pubblica istruzione le opere che si volessero pubblicare onde acquistare il diritto di proprietà. Ai 15 del seguente giugno la stessa municipalità provvisoria decretò per urgenza, che qualunque carta non abbia corso senza il nome dello stampatore, il quale dovesse, ad ogni ricerca dell’ indicato comitato, manifestare il nome dell’ autore sotto la pena ad ogni violatore di sei mesi ai pubblici lavori, incaricando il comitato di salute pubblica di tenere aperto processo per iscuoprire i rei. Nel 1.“ luglio successivo fu ingiunto a tutti gli stampatori di presentare in copia, al comitato anzidetto, quanto uscisse dai loro torchi; e nel 13 agosto vennero obbligati gli stampatori e librai a consegnare di giorno in giorno copia di tulli i libri che venissero a luce ; di guisa che, a fronte della libertà della stampa, non eravi nè opera, nè foglio che non fossero esaminali e resi pubblici colla consegna di un esemplare ad ingrandimento della libreria nazionale. Entrate che furono al possesso di Venezia le austriache armi,