■<&> 35 «s> polrebbe approssimativamente ammettersi, col Carli, che fossero o corrispondessero al quartarolo o quarto di soldo da 5 piccoli. Egualmente continuarono i verdoni o 'piccoli di rame o pur di biglione, fatti collo stampo dei danari ; e di questi apparisce che sieno una varietà i marcucci, che, nel rovescio, invece di croce hanno l’effigie di san Marco, messi fuori soltanto sotto Giovanni Dandolo, intorno al 1280, del peso di grani G ; ed i quali comunemente si prendono per i quartaroli in siffatto tempo nominati dai cronisti. E noto come il nome di marcucci vorrebbesi documentare di oltre cent’ anni più antico, onde anche innanzi, a motivo di questa effigie di san Marco, potrebbe esso egualmente riferirsi ai danari, già descritti, del secolo XI ; ma ci vuole attenzione che qui non ci sia equivoco di lezione coi mancosi o mane usi, moneta antica, della quale occorrono altre menzioni nelle carte veneziane di quella età. L’altro nome loro attribuito di quartaroli, cioè quarto di soldo, pare che meglio convenga alla nuova c particolare moneta di bontà o di (itolo consimile, e del peso di grani 18, che trovasi di tutti i dogi del secolo XIII, da Enrico Dandolo a Pietro Gradenigo fatta a differenza del malapane nello stile delle monete occidentali ed italiane di allora; da un lato colla croce intersecata da quattro gigli e nome dei dogi, e dall’altro colle quattro lettere v. n. c. e., che si spiegano Veneciae, messe in giro nel mezzo, e nome di s. Marco all’intorno : notandosi esservene alcun esemplare, di doppia grandezza e peso siccome è quello di Pietro Gradenigo ( tav. I, n. 9 ) qui disegnato nelle tavole, a cui perciò spetterebbe il nome di doppio quartarolo, o di mezzo soldo. Ignorasi il fine o intrinseco che innanzi al 1280 era assegnato alla più antica moneta di biglione, la quale però dal Menizzi si vede computata a peggio di carati 854 per marca; e solo si sa di certo clic intorno al 128^1, quando incominciò a farsi il marcuccio, la medesima era per legge stabilita col peggio 95G, cioè col fine 216, o di 3/1G dell’intero peso, che computato sopra le due qui notale basse monete nella ragione suddetta di grani 6 per ogni piccolo, ci dà con buona corrispondenza il fino per ciascuno di grani 1 :