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pubblico a far di sé bella mostra. Di presente si stima più comodo o confortevole affollarsi in quell’ora sul molo, e nel bollor della calca, in quella viva fornace logorare a un tratto il soave refrigerio colto poco prima nella gondola al fresco. Le anime tristi e solitarie, che fuggono il mondo, o quelle che hanno uopo di fuggirne solo gli sguardi, vanno a diporto nelle solinghe e malinconiche Fondamente nuove, per cui il sole è ognor muto, ma non mulo già il vento, che sibila ed urla a tutte le ore, in cui c il funereo prospetto della città de’ morti, e il caffè conversevole fu soppiantato dalla nordica birra : così tutto ivi è tetro e selvaggio ! Le arti, e l’allegra gioventù che s’accoglie sotto la loro bandiera, pigliarono in protezione le Zattere ; ed all’ ombra delle non antiche lor piante passeggiano o si riparano, quando non riparano alla vivace Calcina
o	su panche ancor più vivaci, i futuri Paoli, i Tiziani della nostra Accademia, i quali, se non ne hanno ancora il pennello, ben ne hanno intanto le barbe.
    Ond’ io non so s’altra città possa vantare un numero eguale d’ameni e varii passeggi, misurati a ogni gusto, dove interminata è la vista, e l’occhio abbraccia da lunge la campagna ed il mare, dove sorgono le opre più ardite dell’umano pensiero, e storica è quasi ogni pietra che il piede calpesta ! Può nulla paragonarsi al molo, quando, ne’giorni feriali, il concorso meno frequente non vieta le poetiche contemplazioni, e può dominarsi la stupenda catena di quelle meraviglie sempre nuove e sublimi che fanno intorno teatro, sia che il crepuscolo con l’ultimo raggio le imporpori, sia clic la luna od il gas le inargenti? L’ abate Vincenzo Zenier, che, quantunque prete, e molto filosofo, si può senza scandalo e a buon diritto chiamare il primo amoroso di Venezia, così la tiene nel cuore, pensò di rendere ancor più glorioso il prospetto della piazzetta, o dove nell’ estrema punta della Giudccca ora sorge un operoso, ma disadorno cantiere, immaginò d’innalzare una piramide monumentale a lutti i grandi uomini dell’ antico dominio, con iscrizioni e medaglie, alla quale avesse a contribuire ogni provincia. L’idea è certo felice ; ma non ebbe Gnor altro effetto se non d’una stampa