<5* 278 •‘Canon può dirsi ammalato o disposto a qualche speciale infermila. Osservasi generalmente l’inellitudinc a tollerare diuturne e gravi fatiche, e risentimenti sproporzionali alle offese delle esterne impressioni. Lo spirito acuto e vivace, però facile ad avvilirsi, compassionevole delle miserie, generoso nel soccorrerle, pronto all’ ira, non restio al perdono, più capace di alti proponimenti, che di durare nel mandarli ad effetto. « Si esamini, scrisse il dott. Vala-» telli (1), 1’ uomo veneziano in istato di salute, e lo si vedrà per » passatempo scegliere la stazione ne’ caffè, invece de’ passeggi, » quella ne’ ridotti, così detti casini, e delle riverenti schiave con-» versazioni al bel sesso, invece della ginnastica, dei giuochi di » forza, dell’ uso dell’ esercizio nazionale del remo, ormai lasciato » quasi ai soli barcajuoli. » Le quali abitudini accrescono la naturale fievolezza de’ cittadini generala dall’ aere umido, dalle poco variabili temperature e dalle allre dolcezze del clima. Stavano negli andati tempi diversamente le cose. Venezia, centro di un grande dominio, eccitava nei suoi abitatori straordinaria operosità. Ardente amore di patria, spedizioni militari, esercizio di un assai vasto commercio e di molte nazionali arti contrastavano quelle fisiche cagioni, educando i corpi alle fatiche e gli animi a gagliardi sentimenti. Scemò tale energia col decadimento della veneta polenza, e l’infingardaggine e l’ozio sottentrarono a rendere più efficaci le miti e lente azioni del clima. Il generale impulso dei nostri tempi sembra però ridestare gli spirili de’Veneziani, che con maggiore alacrità si rivolgono alle patrie industrie e alle grandi imprese sociali. Che che sia di esse, intorno a cui è parola in allre pagine di questo libro, importa qui di avvertire che le esposte circostanze non rendono le morii più frequenti a Venezia che in paesi di terraferma. I confronti di quella con Milano, Firenze e Napoli mostrano in queste maggiore mortalità. (i) Della topografia fisico-medica di Venezia. Venezia. i8j3. p. 133.