-=*»■ 153 «s»- Xiphochilus; la seconda, che nomina Cancer imperfectus, sp. 63, fig. 85, sembra una nuova specie del genere Npiphum; la terza, che distingue col nome di Cancer falsus, sp. 64, fig. 87, non appartiene a nessuno dei quattro generi conosciuti ; ha il corpo circolare senza coda, con nove tubercoli superiormente, colla bocca fornita di filetti ai lati, senza palpi nè antenne, cogli occhi un poco prominenti, e sotto di essi due sottili articolate appendici pelosette, che finiscono in una specie di tanaglia, e con sei soli piedi pelosi aventi sette articolazioni. Ha però delle relazioni col genere Phano-desmus di Costa, per cui anagrammalizzando tal nome l’ha chiamato Demophanus. I Fanodesmi non mancano alla nostra laguna, ma ora non potrebbesi con sicurezza determinarne le specie. I Crostacei adriatici sorpassano forse le 150 specie; soltanto quattro però interessano il pescatore prestando oggetto a vivo commercio. La prima è il Maja squinado, che abbonda in primavera sulle coste dell’ Istria, e facilita la di lui pesca, ammonticchiandosi in modo sorprendente. La femmina dicesi granzeola comunemente, ed è assai più stimata del maschio chiamato granzon. Qualche esemplare sparuto di questa specie, giovane ancora e che forse è una varietà, trovasi talvolta peregrino nella laguna in prossimità ai porli. La seconda è il ricercatissimo astese (Homarus vulgaris, M. Edw.), che non è tanto comune, e si presenta più spesso alle mense de’ ricchi. La terza è l’abbondantissimo scampo f Ncphrops norve-gicus, Leach), che pescasi quasi esclusivamente in Quarnero nell’in-vernale stagione, e le cui code sono sempre cibo squisito, sicché mangiansi fritte od allesse. La quarta, finalmente, è la volgare cano-chia (Squilla mantis, Rond. ), abbondante tutto l’anno, ma preferita in autunno e nel verno : ghiotto cibo popolare tanto allessa che arrosta, ricercato sovente anche dalla classe più agiata, special-mente pria che getti le.uova, o quando dicesi aver il corallo.