larghi profitti. Incorporata Venezia col suo territorio al regno d’Italia, essa dovette seguire la fortuna dello Stato a cui apparteneva, e la via del mare gli fu quasi sempre chiusa; onde il suo commercio e le sue industrie private, delle scale del Levante, loro ordinario mercato, e delle isole Ionie, e degli altri compratori che la legislazione economica antecedente aveva assicurato, dovettero grandemente soffrire. Il sistema continentale, che apportò un grave danno in generale ai porti del continente europeo, lo recò forse maggiore a Venezia, e fu occasione che sviluppassero più ampiamente gli effetti di quelle remote cause che avevano diminuita la sua prosperità economica. Ritornata Venezia sotto l’antecedente dominio austriaco, sebbene fossero tolte molte fra le ultime circostanze che avevano cagionato il suo deperimento, pure, in forza di varie cause, nè i suoi commerci si ristorarono, nè le sue industrie presero un vigore più grande. La continua decadenza fece ricorrere le menti a ricercare un mezzo adatto per rimediarci, e siccome s’avevano veduti altri luoghi inopinatamente prosperare per la franchigia concessa alle merci estere, così si ritenne che, dichiarando Venezia un porto franco, sarebbe stato possibile rinvigorire quella vita che pareva volesse volgere affatto al declino. Questo pensamento mosse la camera di commercio, nel 4828, a deliberare che i signori Pietro Dubois e Pietro Rigaglia si recassero all’ imperatore per chiarire « la progressiva decadenza di una città, tanto un giorno doviziosa e fiorente, ed il peso de’mali che 1’ affliggevano, facendo sommesse preghiere per 1’ attivazione possibilmente sollecita della franchigia a tutta la città, unico rimedio per sanare le piaghe di Venezia, e richiamarla a nuova e felice esistenza. » La franchigia venne concessa nel -1829 ; ed il 4.° di febbraio 4830 effettivamente attivata. Essa però non era cosa nuova, poiché nel secolo decimosettimo la repubblica, per prosperare la condizione di Venezia, aveva decretato ed attivato una franchigia che in seguito venne abolita. Infatti, poiché le lagune, per la discoperta del capo di Buona Speranza, per le turbolenze dell' Egitto, per le invasioni ottomane, ebbero a soffrire que’ gravissimi scapiti che tutti sanno, i commerci si restrinsero, e la eminente prosperità economica, di cui avevano goduto, andò successivamente diminuendo. L’ apertura del porto di Livorno e la franchigia di Genova, costrinsero la repubblica, che vedeva sempre più diminuire il numero delle transazioni, a dichiarare nel 4664 Venezia un porto franco, ed il proclama 4 settembre 1662 ne annunciò 1’ effettiva attivazione. Le norme sulle quali appoggiava, consistevano nell’ assoluta libertà d’importazione per ogni prodotto, non esclusi quelli che sono soggetti al dazio di consumo; ma 1’ uscita era resa