<=3°- 91 richiedevano simultaneamente gran numero di fabbriche navali. — Il doge Ordelafo Faliero, che meritò gli elogi di Enrico IV, come sappiamo da Nicolò Crasso nelle sue annotazioni al Giannotti, era strenuo guerriero, ed in pari tempo previdente ed avveduto politico. Egli non si limitò già a far servire le navi veneziane al solo trasporto de’ soldati diretti alla santa impresa, ma ottenne che la repubblica prendesse con gli altri parte attiva nella guerra. Quindi Tolemaide e Sidone espugnate, Tiro e Joppe sottomesse, la santa città conquistata insieme coll’ esercito de’ confederati ; e le spoglie asiatiche di colà tratte, che tuttora qui si conservano, fan luminosa prova del valore e dell’esperienza dei Veneziani nelle cose marittime, non meno che nelle fazioni militari del campo. Conquiste ed imprese tanto importanti, estese vieppiù sotto i dogi Domenico Michele, Pietro Polani ed altri ancora, possedimenti con giurisdizioni nella Siria e nella Palestina, vieppiù apersero il campo al commercio de’Veneziani nell’ Oriente e ne’paesi meridionali dell’ antico mondo conosciuto. L’industria, il genio delle scoperte, mossero la curiosità dei viaggiatori ad intraprendere lunghe peregrinazioni ; e divennero celebri i nomi di Nicolò, di Maffio e di Marco Polo, nobili veneti. Quest’ultimo singolarmente, fin dall’anno 1250 tutta percorse la Tartaria, la Cina e i mari indiani, inoltrandosi fino oltre al Kamtchatka ed al Giappone, grandissimo lume recando alla geografia, alla navigazione, alla storia ; primo fra gli europei che scosso abbia il giogo del pregiudizio, disprezzati gli strani e misteriosi racconti, che l’ignoranza ripeteva di quelle rimote contrade, aperto il calle a maggiori scoperte, ed offerto il fondamento a quelle teorie che guidarono Colombo alla ricerca del nuovo emisfero. — Senza parlare di tanti altri al pari di quello segnalati per intrepidezza, per costanza e per determinata volontà di ampliare le umane cognizioni, a noi basta nominare Nicolò ed Antonio Zeno, fratelli, aneli’ essi patrizi, ai quali ( che che ne dica il danese Zartman, ed altri appo lui) oramai il consenso di tutte le nazioni accorda di aver penetrato al nord-est dcH’America, di averne lasciata una carta idrogeografica, e date nozioni bastanti a scrivere la