do- 473 «£> Prime fra queste istituzioni vengono le scuole di carità, le quali furono ideate, e dovettero la loro origine e 1’ attuai sussistenza ai sacerdoti Anton’ Angelo e Marcantonio Cavanis, per lo scopo di prendere gratuitamente cura della gioventù. All’ uopo di raggiungere meglio il fine propostosi, sacerdoti che molto prima s’erano uniti ai Cavanis s’ordinarono a congregazione detta de Chierici secolari delle scuole di carità, la quale, approvata da Gregorio XVI col breve apostolico del 21 giugno 1836, venne accolta e riconosciuta dalle civili autorità. Essi vivono in comune, dedicandosi all’ istruzione, e, quel eh’ è più, all’ educazione de’ giovani, senza volere alcuno nè pubblico nè privato compenso. A meglio riuscire nell’ intento di condurre gli animi de’ giovani ad essi affidati sul miglior sentiero, curano attentamente che, cessatal’occupazione scolastica ne’giorni feriali, non si perda il frutto dell’ educazione, e perciò chiamano a sè gli allievi, parte occupandoli in religiosi esercizi, parte in piacevoli ricreazioni, ottenendo il fausto risultamento che i fecondi principii non vengano turbati da estranee influenze. Oltre alle quotidiane e comuni istruzioni morali, aggiungono altre separate e parziali ; e ne’ particolari bisogni cercano provvedere con ¡speciali soccorsi. Il giovanetto viene seguito con attenta sorveglianza per sindacarne la condotta, e si adottarono utili pratiche acciocché i frutti della caritatevole educazione non fossero dispersi. A chiarire l’importanza delle scuole di carità, basti affermare che sussistono da quasi mezzo secolo, che si mantennero sempre colle semplici obblazioni private, le quali sono impiegate esclusivamente a favore de’ giovani, largendo l’istruzione elementare e ginnasiale a trecento e più individui, mentre i sacerdoti che vi attendono sussistono col proprio. I medesimi fratelli Cavanis ordinarono pure, dopo aver donato il loro patrimonio interamente a pro della pia opera, le scuole femminili di carità, per custodire ed educare cristianamente le ragazze sotto alla disciplina di abili e zelanti maestre, come fecero per i giovanetti. E già vi concorrono cento donzelle, e fu organizzata una comunità di venti individui, di cui una parte si occupa ne’ domestici ministeri, e 1’ altra parte custodisce ed ammaestra le raccolte ragazze. Per tale maniera ben quattrocento giovani partecipano all’ educq^ione per opera di persone che ne fecero uno scopo a tutte le più intense cure della vita. Non dissimile dalle scuole di carità è l’istituto di educazione femminile, retto dalle figlie della carità Canossiane, la quali dalla marchesa Canossa, in Verona, furono per la prima volta nel 1808 preordinate a congregazione, approvata poscia dalle autorità ecclesiastiche e civili. Questo religioso istituto conta già 14 case nel regno Lombardo-Veneto, e quello di Venezia risale al 1812, noverando oggi più che venti professe ed alcune voi,, il. 60