c-" 232 ~s> GALIONCINO. Legno da guerra. Altra produzione del celebre Vettor Fausto. In una cronaca anonima, scritta da un nipote, per parte di donna, del segretario di senato Lionardo Savina, riportala dall’Agostini, è così detto : u A dì 29 aprii 1570, i'u cazzado in acqua un ga-» lioncin che za molti anni fu fatto in arsenal per Vitor Fausto gran valentuomo per « far vascelli da guerra, nè mai è sia finido de lavorar per mandarlo in armada. 11 Di questo legno fa menzione anco lo storico Parula e Gio. Pietro Contarmi, ma lo nominano galeone. Partì il gaìioncino da Venezia nel i47°i sotto gli ordini di Girolamo Contarmi figlio di Bertucci, ed il 17 settembre del susseguente anno 1571, trovavasi in porto di Settia sulla costa nord-est dell’ isola di Candia, unitamente alla squadra delle galee grosse o galeazze da guerra comandata da Francesco Duodo, ma non intervenne con quelle alla battaglia di Lepanto. Altri galìoncini trovansi nominati dal ricordato Gio. Pietro Contarmi, nella di lui Storia della guerra pel regno di Cipri,, ciocché favorisce il presumere, che quesla sorta di legni fosse veramente diversa dai gaiioni e di questi minori. Spiace a noi, che la grande deficienza di vecchie memorie costringa a dar una specie di biografia di molti navigli, anziché le precise loro misure, le particolarità architettoniche della costruzione, e quelle delle singole parti loro, dell’armo, del corredo, e quindi che lo scritto, intorno a cui ci occupiamo, meglio si presti a soddisfare una sterile curiosità di quello sia ad appagare le ricerche de’ dotti e le brame degli intelligenti. FELUCHE o FILUCIIE. Legno da corsa in guerra. Piccolo naviglio, al corso velocissimo, quasi simile alle antiche fuste del secolo XV, ma generalmente di esse minore. ha feluca a noi pervenne dalle spiagge dell’ Italia meridionale, e sembra qui introdotta a’ tempi della guerra di Cipro ; il suo corredo consisteva in soli dieci remalori. Si avevano filuche di varia grandezza, e viaggiavano anco col mezzo di tre vele triangolari denominate vele latine. Forse che quelle di allora, non erano mollo diverse, per la grandezza e per 1’ uso che se ne faceva, dalle grosse lande e da consimili moderne imbarcazioni. CAICCHIO. Piccola imbarcazione. Negli scritti di questo XVI secolo, si trova nominato il caicchio, il quale forse altro non è che il capano dell’ antecedente secolo. Ancora è da noi usata una piccola imbarcazione di egual nome, cui il volgo chiama promiscuamente copano. FISOLERE. Piccola barca civica. Tutta veneziana, e pare che in origine servisse ai cacciatori. Abbiamo un uccello indigeno di queste lagune chiamato comunemente fisolo che nidifica sulle barene, e vive del cibo che ghermisce svolazzando sulle paludi. Forse che da questo uccello si diede il nome alla fisolera ; era leggerissima, di una forma tra il battello e la gondola ; ma, più appuntita alle estremità, si usava anco nelle regate, ed il Coronelli ne ha lasciato traccia della figura nel suo Atlante veneto. Essa forse non era