-=3* 512 <&>■ in questa R. Accademia. Pare ch’ei non potesse vantaggiarsi molto nel nuovo stile per morte imatura. — Francesco Bissolo, vien dello fosse allievo o del Palma o del Giorgione; pure per aver seguito le antiche massime, nelle quali certamente fu educato, sembra doversi attribuire alla scuola de’Bellini. Della sua mano abbiamo una tavola grandiosa nella Pinacoteca Accademica. — Nè è ben certo da chi ritraesse i rudimenti dell’arte Vincenzo Catena, che conservò nei suoi quadri certa grazia e venustà nativa, da meritarsi nome di buon coloritore ; del quale artista la Pinacoteca Accademica è ricca di alcune sue opere. —Uno dei più famigerati discepoli di Gio. Bellini fu Gio. Battista Cima da Conecjliano, che, imitando a meraviglia tutte le bellezze della prima maniera del maestro, giunse a dipingere quanto il maestro medesimo, cioè con quell’amore ed intelligenza sì nel buon disegno, che nella proprietà, e tanto che i professori scambiarono spesso, secondo Lanzi, le opere dell’ uno con quelle dell’altro. Ma, a giudizio nostro, conservò egli certi modi suoi propri, che confonder non possonsi le opere sue con quelle del Bellini. E di vero, quella variata prospettica scena, quel diletto suo colle natio che sempre introducea ne’suoi quadri, quella maestà sempre nuova, quella diligenza, quella grazia, quella vivacità nelle mosse, e, finalmente, quell’accurato disegno, son tali note che valgono a distinguere le opere sue da quelle del maestro. Egli dipinse per pubblici e privati luoghi assai, e due capitali opere sue conta la Pinacoteca Accademica, una la chiesa dell’Abbazia e altre particolari gallerie, fra cui ricordiamo quella graziosa Madonna posseduta dal nob. Vincenzo Foscarini. Resta a dire adesso su alcuni altri, di cui sarebbe delitto il tacere. — Giannetto Cordeliaghi, detto per brevità il Cordella, è noto pel ritratto del cardinale Bessarione, il quale dalla scuola della Carità passò alla biblioteca marciana, ned è di quella bellezza di cui lo celebra il Lanzi. — Del casato anzidetto è quell’Andrea, che condusse la graziosa Madonna che dalla galleria Zeno fu tradotta a Berlino, per acquisto fatto dal re vivente. Andrea è più lindo e più vago pittore, e tiene dei modi del Cima, nel tempo però felice.