558 <>ì=- coslume de’suoi tempi. Egli cominciò da giovanetto a dipingere per piacere ; dipoi, stretto da nemica fortuna, dipinse adulto per mestiere anco in palazzo ducale. Ne’ritratti e nelle minori proporzioni, valse moltissimo. Lo vedremo valente, più che in altri luoghi, nella chiesa di San Francesco di Paola. — Ma parlando di quegli artisti che totalmente si tennero lontani dal comune naufragio, deesi ricordar prima con onore Giovanni Contarino, compagno del Malombra, sebben seguace esatto del metodo di Tiziano. Non giunse sempre ad emendare o ad abbellire la natura che copiava ; tinse però sempre di un gusto sodo e veramente tizianesco, ed ebbe ottima perizia del sotlo in su. Per quadrerie lavorò mollo ancora in Germania, donde ebbe da Ridolfo II titolo di cavaliere. I suoi soggetti più lavorali eran quei clic toglieva dalla mitologia, erudito a bastanza per trattarli convenevolmente : nella quadreria Barba-rigo ve n’ è un buon numero. Ne’ ritratti, il Contarino fu cosi vero, che, avendone colorito uno a Marco Dolce, messo che si fu in casa, gli animali domestici gli fecero d’intorno festa e blandizia come allo stesso padrone. — Non pertanto in fama di ritrattista lo avanzò Tiberio Tinelli, prima suo scolare, poi imitatore di Leandro Bassano, creato cavaliere dal re di Francia. Pietro da Cortona, veduto un suo ritratto, ebbe a dire, che Tiberio vi avea messo dentro l’anima dell’ effigiato ed anche la sua propria. Preziosi son pure certi suoi quadri da stanza con sacri soggetti e talora con favolosi. Nelle copiose composizioni non ebbe uguale facilità ; e desiderò sempre maggior quiete e agio di quel che avea per lasciare al mondo un’opera di sua piena soddisfazione. — Fu anche dopo lui ritrattista insigne Girolamo Forabosco, aulor degno che sieno in contrasto Venezia e Padova, ognuna delle quali il vanta per suo. Viveva a’ tempi del Boschini, che a questi ed al Liberi dà il primato fra i pittori veneti di quella età. Girolamo è un genio nobile e penetrante, che colla ragione appaga il professore, e col diletto ferma il curioso ; che congiunge la soavità colla finitezza e la vaghezza colla forza, studioso in ogni parte, ma specialmente nelle teste che pajon parlanti. — Simile al Forabosco in ¡squisitezza di diligenza,