■<&> 439 •»>■ Napoli, Raillard, 1712, voi. I, face. 282 e segg. ), così com’eli’è sgraziatissima e dilombata. Malagevolmente potrebbonsi indicare le proprietà del dialetto veneziano senza ripetere quelle d’ altri dialetti italiani. Di secolo in secolo venne esso inoltre grandemente alterandosi, e chi, nato nel secolo attuale, legge gli scritti di coloro che dettarono, non pure nel decimoquarto e decimoquinto, ma sì ancora nel decimo-sesto, incontra molte difficoltà presso che insuperabili. Una delle note caratteristiche, tutto che non possa dirsi affatto propria d’esso, sono i plurali de’verbi, che sovente in nulla differiscono da'singolari : dicendosi egualmente el ga fato, el ga diio, e i ga fato, i ga dito ; l' ama, el sente, el gode, e i ama, i sente, i gode. Come gli altri dialetti, accorcia le parole della lingua comune, e volentieri traspone le lettere che le compongono; ne frappone anche talvolta delle nuove. Ma le differenze più notabili sono nell’ ortografia e nella pronunzia. Raramente il veneziano ama le doppie lettere. La z pronunzia diversamente da’Toscani, e quasi fosse s dolce; la c similmente. La se ha presso noi forza di semplice s o al più della s doppia ; similmente la eh si profferisce con suono schiacciato ; più ragionevolmente, ne sembra, di quello facciasi inasprendo il suono della c sola, quasi che una lettera che importa aspirazione, quale si è Yh per appunto, dovesse produr tal effetto. Nel concorso della g colla l, pronunziamo in modo che sembri anteposta la l. La x usata dai Latini, punto daToscani, ebbe vigore tra noi fino dagli antichissimi tempi; fu poi tralasciata ne’moderni. Faceva 1’ uffìzio della s dolce. Adesso non si usa che in certi tempi del verbo essere : xe? (è), xestuP (se’tu?), xelo? (è egli?) e simili. Gutturali, nasali, aspirate non abbiamo affatto. In generale i suoni sono da noi allargati; se aspri, addolciti o schiacciati ; e ciò, insiemeinente colle altre condizioni or ora riferite, e coll’ abbondanza delle vocali, rende il nostro dialetto opportunissimo al canto, oltre che piacevole ad essere udito parlare. E qui alle spinose discussioni filologiche che, a volerne trattare compiutamente, renderebbero intralciato e soverchiamente diffuso