Natale greco-salentino 319 Rievocando con nostralgico desiderio i ricordi della nostra terra e della nostra giovinezza, mio cognato cerca in uno scaffale tra le sue carte, e ne trae fuori quest’altra inedita poesiola natalizia, che alcuni anni or sono la cara memoria del nostro amico V. D. Palumbo compose, da far recitare ai piccoli Desantis, mie nipoti, davanti al loro Presepe familiare in Lecce. Eccoli qui: Traudì tu Bambinài jù Kristù tù 1915 jà ta pedàcia ù Vriziu Desantis. Bambinàimmu, kundu pania, irte’ pale ami stin ghì, C’ejennìsi’ panu st'àhiro Stin gruttèdhdha ti fsihrì. Ah! ma fèto, kundu us adhdhu Hronu, en briski’ aloharìa; Fèto en briski' adhdho pi klamala, Mirotoja ce fotìa. Ehi guerre, pina, higlia Adhdha guàita pukanè; Pukatutte 'su votisi, En ehi adhdho pi sfaè. E Angelìsu kantatùne : « Pace òs àntrepos kalò ». Esil kame, Bambinàimmu, N’agui alìssio tuso lo’. Esù fèreti sto kosmo Bambinài, ti pace alò, Esù kame na diaùne Guerre, pina, pa' kakò. Esù kame na svistùne Misi, lisse ce fotìa, Esù kame na jurìsune Es te mànetto a pedìa. Kame tuo, Se prakalùme, Bambinàimmu, atti kardìa : Doppu tossa pasi, pale Na jurìsi aloharìa. Poesia a Gesù Bambino per il Natale del 1915 per 1 piccoli di Brizio Desantis. 0 mio Bambino, come sempre, sei venuto di nuovo sulla terra, e sei nato sulla paglia nella piccola grotta fredda. Ah! ma quest’anno, come gli altri tempi, non trovi allegrezza; quest’anno non trovi altro che pianti, lamenti ed affanni. Vi sono guerre, fami, mille altri guai da per tutto; dovunque ti volgi, non vi sono che stragi. 1 tuoi Angeli cantano : ♦ Pace agli uomini buoni ». Tu fa, o mio Bambino Che diventi vera questa parola. Tu portasti al mondo, O Bambinello, la pace per tutto: Tu fa’ che passino Guerre, fami, ogni male. Fa’ Tu che si spengano Odii, risse ed affanni ; Tu fa’ che tornino Alle loro madri i figliuoli. Fa’ ciò, ti preghiamo, O mio Bambino, con tutto il cuore : Dopo tanto patire, di nuovo che torni l’allegrezza ! Quanti leggeranno con qualche benevola curiosità, con qualche interessamento, le ultime faville della poesia greco-salentina, che in questi giorni rischiara di una umile luce casalinga, ma ancor memore di elleniche armonie, i Presepi della nostra Grecia, che passa come eco di nobiltà bimillenaria da casa a casa, e rifiorisce su rosee bocche di bimbi nella vecchia chiesa di Calimera? Addio, cara piccola terra natale. Gli ultimi tuoi figli, veramente innamorati della tua povera esausta grecità, dormono nel tuo minuscolo camposanto; dove