-st* 429 «®> dopo que’ primi, v’ ebbero tipografi di chiaro nome, o nati tra noi, o tra noi venuti a piantare le loro officine. Vastissimo campo, e da spaventarne chi volesse scrivere la storia di quest’arte in Venezia! Non ricorderemo notissime cose. Chi v’ ha, ancor clic sia non più che tinto di lettere, il quale ignori il nome e le glorie degli Aldi, di cui Erasmo ebbe a scrivere (Adag. cent, i ) che : Venetorum urbs, multis quidem nominibus celeberrima, per Aldinam tamen officinam celebrior est, dei Gioliti, dei Grifii, dei Giunta ? Ma quando pur tacciasi di questi e d’altri principali, che infinita schiera non segue d’altri benemeriti a pubblicare pregiatissimi libri, o i già pubblicati a illustrare'!1 E non pure le stampe italiane e latine andarono debitrici alle veneziane officine dei loro gloriosi principii e incrementi, ma sì ancora le greche, le arabe e l’ebree con quelle d’altre lingue di minor grido. Abbiamo notizia di stamperie greche fra noi fino dal I486 ; il dotto Assemani, citato dal Tentori (Saggio sulla storia, ecc. della repubblica di Venezia, voi. 1, facc. 215 ) ci fa sapere essersi aperta in Fano da un veneziano, Gregorio Giorgio, la prima stamperia arabica che fosse in Europa ; e quanto all’ebraico (se quelle di darci nella propria sua lingua la Bibbia dal vecchio Aldo, sul finire del secolo XV, non furono che promesse, tutto che avesse in pronto i caratteri), magnifica fu là stamperia ebraica qui aperta da Daniello Bombergh di Anversa nel 1318, e riputatissimi i libri che usciron da essa. Queste prime, direm meglio glorie che prove, non vennero meno di poi ; che anzi più sempre crebbero e si allargarono per tutto il secolo XVI. E ancora che ne’ due secoli XV e XVI avesse incontrastabilmente la stampa in Venezia i suoi più famosi e avventurati cultori, non è secolo de’ successivi che non abbia di che gloriare, e tanto che basterebbe a far superbire da sé solo qualsivoglia altra città che si fosse. Non possiamo contare più d’ una famiglia che dall’ esercizio di quest’ arte ebbesi appianata la via al patriziato ? Accompagnaronsi colle tipografie i pubblici studi e le università a diffondere più che mai e far prosperare il sapere. Non doveva mancare, e non c mancato, chi, alle altre accuse date a’Veneziani