Notiziario da Costantinopoli 353 che tale quartiere — generalmente ritenuto trovarsi vicino all’attuale porta di Silivri — deve situarsi invece vicino all’antica chiesa dei SS. Apostoli, ossia nella regione ove si innalza ora la moschea di Maometto il Conquistatore (Fatih Giami). g) Le antichità dell’isola di Antigoni (in francese, Costantinopoli, 1924). L'autore illustra vari resti bizantini di quest’isola, del gruppo di quelle dei Frincipi, soffermandosi special-mente ad indagare circa la tomba che servì di prigione al Patriarca Metodio. Il Papadopulos sta pure la\orando da anni ad un’opera storica di lunga lena sull’impero di Trebisonda ; egli sta anche raccogliendo interessanti elementi sulle numerose parole d’origine latina che si ritrovano tuttora nel parlare greco di Costantinopoli. Lo stesso professore ha infine diretto varii rapporti all’Aocademia delle Iscrizioni e Belle Lettere di Parigi, esponendo periodicamente il movimento delle scoperte e degli studi locali in materia di archeologia bizantina. Tali rapporti sono stati pubblicati nei Rendiconti dell’Accademia. Va poi menzionato il professore svizzero Ernesto Mamboury, insegnante nel Liceo turco di Calata Serai a Pera. Egli ha preparato, per ccnto di un animoso editore locale, una Guida di Costantinopoli, uscita recentemente in un grosso volume di circa 560 pagine, con più di 200 illustrazioni. In essa è stata fatta una larga e degna parte al periodo bizantino della storia della città ed ai monumenti che ancora ne rimangono, colmando così una lacuna molto sentita dai visitatori dell’antica capitale. Il Mamboury ha ivi trattato anche, con una certa ampiezza, della storia e della topografia delle antiche colonie italiane a Bisanzio, sia a Stambul che a Pera. Lo stesso professore sta da anni raccogliendo elementi per uno studio sopra i mattoni sigillati bizantini che, come è noto, sono stati impiegati per vari secoli. Egli ha già copiato circa un migliaio di iscrizioni di tal genere. Scopo di tale indagine è quello di stabilire anzitutto l’esatta interpretazione delle brevi epigrafi di cu» si tratta e poi di trarre possibilmente da questi umili resti qualche utile indicazione per precisare l’età ancora incerta di molte costruzioni bizantine col paragonare i loro elementi costitutivi con quelli tratti da costruzioni la cui epoca è già nota. Il prof. Mamboury sta poi collaborando col Dr. Wiegand, l’illustre direttore del Museo Archeologico di Berlino, ad uno studio sui vari edifizi imperiali che occupavano la zona tra l’ippodromo ed il Mar di Marmara. Tale studio, basato su sondaggi e rilievi eseguiti specialmente durante la guerra, dovrebbe portare nuova luce su questo interessante argomento, di cui hanno già trattato Labarte, Palpati ed Ebersolt. Il predetto professore sta inoltre preparando (in collaborazione col Sig. Demangel, già a Costantinopoli ed ora segretario generale della Scuola francese di Atene) uno studio sugli scavi eseguiti alla punta del Serraglio dal corpo d’oceupaziohe francese nel corso deli’armistizio, scavi che hanno messo in luce importanti costruzioni bizantine, ed alcuni oggetti interessanti che sono ora esposti al Museo di Stambul ; egli ha pure collaborato col Padre Yerphanion ad uno studio, di imminente pubblicazione, sulle chiese rupestri bizantine della Cappadocia ed ha infine pubblicato in diverse epoche articoli di carattere bizantino sulla rivista Echos d’Orient e su giornali locali. Il Sig. E. Dalleggio D’Alessio, un giovane studioso della storia della latinità di Costantipoli, sta poi pubblicando nella predetta rivista un elenco delle chiese latine.di Costantinopoli, all’epoca bizantina e turca, sia di quelle scomparse che di quelle esistenti o trasformate in moschea. In collaborazione poi col prof. Marcucci del locale nostro liceo, egli ha ultimamente curato la pubblicazione di un manoscritto italiano del 1630 trovantesi nella biblioteca nazionale di Parigi e che si ritiene inedito, il quale dà una descrizione interessante e preziosa dello stato della colonia latina, essenzialmente italiana, di Pera a quella data. MINACCE ALLE MURA BIZANTINE. — Per quanto qua e là distrutte o sommerse tra nuove costruzioni o misere catapecchie, le mura di Bisanzio si ergono ancora gigantesche e solenni lungo il mare di Marmara e dal lato terrestre. Esse però sono periodicamente minacciate di distruzione. Già nel 1909 il generale Mahmud Scevket Fascià, allora ministro della guerra e poi gran vizir, che poco dopo doveva venire assassinato, aveva manifestato l’intenzione di fare abbattere le mura terrestri, per estrarne materiali utili alla costruzione di nuove case e per ottenere nuovo spazio per la città. La distruzione era anche incominciata sulla lunghezza di alcuni metri, a partire dalla breccia già aperta nelle mura per il passaggio della ferrovia di Adria-nopoli nei pressi del Castello delle Sette Torri. Fortunatamente una vivace campagna iniziata