Una raccolta per quanto possibile esauriente dei toponimi del bacino orientale del Mediterraneo, la quale accanto alle forme antiche registrasse le varietà medioevali e moderne, sarebbe per molti rispetti preziosa: e particolarmente i linguisti vi troverebbero da mietere e da spigolare, chi perseguendo sotto lo strato greco gli strati mediterranei anteriori, chi traendo dalle forme attestate in più lingue ndizì sulla cronologia e la localizzazione dei mutamenti fonetici, chi altrimenti. Come si spiega, per venire ad un esempio, il passaggio da Naimax-cos a Lepanto ? Abbiamo, come pensava già il Tafel (i) e come sostennero G. Meyer (2), A. Risop (3) e W. Schulze (4), una deglutinazione del v preso per il v di tòv, seguita da un’agglutinazione dell’articolo romanzo, oppure, come accennò lo Schu-chardt (5), una dissimilazione? E come si spiegano la desinenza e l’accento? Si tratta di domande strettamente linguistiche, alle quali però si può dare sicura risposta soltanto se è possibile fondarsi su un materiale documentario sufficientemente copioso. » Nelle fonti greche e latine dell’antichità e dell’alto medioevo (6) si ha soltanto la forma Ncnjjtaxtog (7), Naupactos, Naupactus (8). Il golfo e la città di Lepanto hanno importanza commerciale e politica per l’Italia e specialmente per Venezia nei secoli XI1I-XV (9), e poi la grande vittoria del 7 ottobre 1571 ne fa echeggiare il nome in tutta la Cristianità. (1) TH. L. F. TAFEL, De Thessalonica eiusque agro dissertatio geographica, Berlino 1839, p. 486. (2) Analecta Graeciensia, Graz 1893, p. 18. (3) Zeitschr. rom. Phil., XXI, p. 551. (4) Zeitschr. vergi. Sprachf., XXXIH, p. 375. (5) Zeitschr. rom. Phil., XXXV, p. 86 nota. (6) THUC., STRAB., PAUS., STEPH. BYZ., ecc.; PLAUT., CAES., ClC., LlV., MELA, IT1N. ANTON., LlUDPR., ecc. (7) L’etimo (vave, e jit|yvu[h) è dato da STRABONE, IX, 7 : àvónaaiai 8’ curò vau-3tT)YÌai; tri 5 èxeX •ye'vofiév't)?, e ite twv 'HoaxtóiSorv ènei vawtT]YT](ia(iéva)v tòv axóXov, si'O ’ aig fpr)aiv 'Ecpopo;, Aoxooiv Èri itnótepov naQaaxevaadvrwv: cfr. L. GRASBERGER, Studien zu den griechischen Ortsnamen, Wurzburg 1888, p. 250. (8) Nulla è possibile dedurre dalle forme, certamente corrotte, Naupastores e Naupatas che si trovano nell’ANON. RAVENN. (ed. PlNDER-PARTHEY, pp. 198, 15 e 378, 2) accanto alla forma corretta Naupactos (l’Anonimo attinge, com’è noto, ad una fonte greca). (9) Venuta sotto la protezione di Venezia dopo la quarta crociata, e data in feudo a Michele Comneno, la città passa nel 1294 a Filippo di Taranto; nel 1378 cade in mano delle truppe albanesi di Giovanni Buona Spada, nel 1407 torna in mano dei Veneziani, finché nel 1499, in seguito alla sfortunata battaglia di Navarino, cade in mano dei Turchi. Cfr. special-mente W. MILLER, The Latins in thè Levant, Londra 1908, pp. 79, 183-184, 309, 363, la bibliografia ivi citata (e particolarmente V. Lazzarini, Nuovo Arch. Ven., XV, pp. 267-283) e le storie locali (K. N. Safhìg, Xgovixòv àvéx8otov TaXaleièiov y.xX., Atene 1865, T. N. Ko-xivr|5, 'laxoQÌa NauiiàxTOu -/.ai ÌTianyiai;, Patrasso 1905).