Per la politica difensiva necessariamente adottata dalla dinastia paleologa a parare le minaccie della ambizione conquistatrice di Carlo d’Angiò, ebbe una certa importanza il matrimonio che Andronico II contrasse nel 1284 con la figlia di Guglielmo VII di Monferrato (1). Fra i molti intrighi diplomatici che s’accompagnarono alla crisi dei Vespri, notevoli erano state le trattative corse fra Bisanzio e l’Aragona per sposare ad Andronico una delle figlie dell’altro nemico di Carlo d’Angiò, Pietro III (2). Però, delle due figlia di questo principe, Isabella e Iolanda, la prima fu sposata appunto nel 1282 al re di Portogallo, Dionigi, la seconda, Iolanda, sposò solo verso il 1297 il duca di Calabria, Roberto d’Angiò (,3). .Non è qui il caso di ricercare per quali motivi il te d’Aragona abbia abbandonato l’idea del matrimonio bizantino, sostituendolo con l’altra di unire col basileus greco la figlia del suo alleato lombardo, il marchese di Monferrato. A Pietro III, che già il 18 novembre 1282 Martino IV colpiva di scomunica, doveva far poca impressione l’idea di inviare una figlia all’eretica Bisanzio (4). Comunque, il governo bizantino ttovò nei nuovi rapporti col marchese di Monferrato non pochi vantaggi : Guglielmo VII era uno dei più vivaci avversari degli Angiò nel nord d’Italia ed inoltre dava in dote alle figlie se non denaro liquido, certo un capitale considerevole con la rinuncia ai diritti di quel regno di Tessalonica che l’avo Ranieri aveva in certo qual modo avuto da Manuele II e che l’avo Bonifazio si era ritagliato nella gran torta conquistata dai partecipanti alla Quarta Crociata. Da questa parte almeno i Paleologi non avrebbero più dovuto temere (5). (1) Norden, Das Papsttum und Byzanz, Berlino, 1903 ; Cartelueri, Peter v. Aragon und die sizilianische Vesper, Heidelberg. 1904. (2) Documenti inediti « de rebus regni Siciliae » (1282-1283). Palermo, 1882, pag. 4. (3) Schirrmacher, Geschichte v. Spanien, vol. V, pag. 580. (4) Non mi nascondo l’importanza del modo con cui Pietro III parla di queste trattative nella lettera a Giovanni di Procida, del 29 luglio 128;’, (Documenti mediti, p. 433), ma vi è qualche cosa di non chiaro. Quanto dice Niceforo Gregora (ed. Bonn, I, p. 167) evidentemente rispecchia l’opinione bizantina secondo le risposte ufficiali avute dall’Aragona e dalla Sicilia. (5) Dalla concessione in dote a Violante dei diritti su Tessalonica parlano gli Annales Ve-ronenses de Romano (e3. Cipolla, p. 428), ed è attestata esplicitamente dal testamento di Giovanni II Paleologo, Marchese, del 1372 (Benvenuto San Giorgio, Cronica del Monferrato, in R. I. S., XXIIT, col.). Secondo gli Annales Veronenses, gli ambasciatori venuti a prendere in