92 •°v>- narrazione di que’ loro viaggi, oltre a cent’anni prima che Cristoforo toccasse le Antille, cioè nel 1390. Anzi quando quest’uomo grande al pari che sfortunato, scopriva quelle isole americane, i due fratelli Cabotta, pure veneziani, toccavano le spiagge del Canada, stavan sul suolo dell’ Acadia, della Florida e lungo i lidi orientali dell’ americano continente settentrionale, eh’ essi primi scopersero. Questi ed altri viaggi lunghissimi che, a guisa di rete, stende-van le fila, da un lato, fino alle isole più orientali delle Indie, dal-l’altro, toccavano i lembi d’ un mondo ancora sconosciuto, e, oltrepassando i tropici, allungavansi dalla Groenlandia allo Zanguebar, e dal Giappone oltre le isole di Capo Verde, rendendo Venezia centro primario d’infinite relazioni e del più florido commercio, vennero con accuratezza tramandati alla memoria de’ posteri. Le antiche mappe idrogcografiche qui delineate dal Sanudo, dai Pizzigani, dal Bianco e da tanti altri, tacendo del Ramusio, nel 1321, 1367, 1380,1426, le quali appunto presentano delineate, e l’isola Cipangù (il Giappone), e l’Estotiland, le Antille, il Brasile e parte del Canada, quando pure altre prove mancassero, sono documenti irrefragabili che i Veneziani avevano fino da allora di quelle regioni contezza. Similmente la avevano della figura dell’Africa; e ce lo dimostra il rinomato mappamondo di fra Mauro, delineato verso la metà del secolo decimo quinto, sulle memorie e sugli indizii dati da Marco Polo e dal Ca da Mosto, vedendosi in quello indicata l’Africa stessa quale penisola, oltre SO anni prima che il portoghese Vasco de Gama, nel 1499, girasse il capo di Buona Speranza. Ma quelle ardile e lunghe peregrinazioni, que’ viaggi intrapresi verso regioni sconosciute e misteriose, traversando mari ed oceani, de’quali la comune superstizione in quella età di tenebre e di errore raccontava strane e soprannaturali apparizioni, di mani colossali ed enormi, che s’innalzavano dal fondo per ghermirsi e navigli e nocchieri ; di satanassi e demoni, che suscitavano orrende procelle, minacciando sicuro naufragio agli sconsigliati che avessero tentato avvicinarsi a que’ remoti confini, e il calore insopportabile che si faceva incendio infernale più che al mezzogiorno oltre il tropico