I Nemagni-Paleologo-Ducas-Angelo-Comneno
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assunse il governo di Rascia: ma che non tutti i « knesi » vollero riconoscere Giorgio, e precisamente i <? Baioscich o Bojidar », governanti delle Zente, gli stessi che provenivano « dal sangue tenue di Nemagna e dalla figlia di Lazaro » (i). Ma siccome Bojidar equivale a Teodoro (2), ne risulta che i dinasti di Zenta, successori dell’ultimo Balscia III, cioè la famiglia del predetto Stefano, portavano il patronimico di Teodoro, col cognome familiare dei Balscich, ed erano del sangue cadetto di Nemagna, e discendenti da una figliuola di Czar Lazaro (3).
     Infatti da documenti del 1427-1428 risulta che « Eudossia Despina d’Arbano, sorella del defunto Despota di Serbia », insieme con due figli Greci, era giunta e sì trattenne in Ragusa, con grande preoccupazione della Repubblica, che temeva di irritare Giorgio Brankovich, e che le offrì una barca per portarla in Puglia (4). Ora, esaminando la vita e le vicende delle cinque sorelle del Despota di Serbia, vale a dire di Stefano Lazarevich (1389 f 1427), figliuolo del Santo Czar Lazaro (1371 f r389), noi vediamo che l’anzidetta Despina Eudossia può essere soltanto quella che sposò Scismano Czar di Bulgaria (f 1395), e che secondo le antiche cronache si rimaritò con un Balscia della Zenta (a torto confuso con il Giorgio Balscia che sposò l’altra sorella Elena Lazarevich) (5). E quindi possiamo identificare la Despina Eudossia con quella anonima figliuola di Czar Lazaro che secondo il Letopis di Tronoscia aveva sposato Teodoro Balscia, vale a dire Stefano-
     (1)	I due migliori dizionari della lingua Jugoslava, cioè quello serbo di Karadschitch (Belgrado 1898 p. 310) e quello croato di Jvekovich e Broz (Zagabria 1901 p. 594), dicono che la discendenza per sangue è sempre mascolina, mentre che si dice per latte di quella femminile. — E’ vero bensì che attualmente in Serbia la frase 0 krovi tonkia, ossia per sangue tenue, si usa per lo più per una discendenza per sangue femminile, mentre che in Dalmazia s’intende in generale per una parentela lontana maschile: ma facciamo osservare che la cronaca di Tronoscia fu scritta proprio nelle terre di Dalmazia.
     (2)	E’ noto che il senso dei nomi serbi personali spesso corrisponde quasi esattamente al nome ellenico (Jirecek, Geschichte cit., voi. 1 pag. 62): ed infatti Boji-dar, ossia divina dono (Vekovitch, op. cit. pag. 27 e 68) equivale a ©eóSoopos, cioè dato da Dio. — Laonde, come accadeva di frequente nelle emigrazioni (Stolfì, I segni di distinzione personale, Napoli 1905, p. 24), colui che fra i greci si chiamava leodoro, vivendo fra i serbi fu chiamato Bosdario (ed il suo nome divenne pei figli un cognome ).
     (3)	Cfr. innanzi e nota 5 pag. 266 a nota 3 pag. 267. — Si osservi che la frase della Cronaca di Tronoscia, circa i principi zentani Bajoscich o Bojidar del 1427, non può alludere ad ignoti discendenti di Giorgio II Balscia, e di sua moglie che era figliuola di Czar Lazaro, perchè è noto che da queste nozze restò soltanto Balscia III, che era morto senza figli nel 1421 (Gelclch, op. cit., p. 221 e 331).
     (4)	Jorga, Notes et extraits cit. serie 2a. pag. 216 n. 2, 236 n. I, 238 n. 1 245 n. 4. — Eudossia in un documento del 28 febbraio 1427 è detta in margine Despotissa Arbani (ivi pag. 236 n. 1). Ma questo nome di Arbano od Albano (da cui il nome delI’Arbania od Albania),, a quanto sembra indicava la città di Belgrado, pel significato identico di Bel ed Alb (Galanti, L’Albania, Roma 1901: p. 31), oppure la regione presso Alessio, sulle foci del Drin e Matija (Thallóczy, Illyrisch Albanische Forschungen, Monaco e Lipsia 1916: voi. I, p. 125-157).
     (5)	Ljubich, op. cit.-. p. 159-160 — Ivich, op. cit.-. tav. 5, identifica esattamente la Eudossia del 1428, ma ne segna soltanto il primo matrimonio con Sismano di Bulgaria, e dimentica la paternità dei suoi due figli greci (non bulgari !).