<3* 7 Notevolissimo fra i documenti indicati è un privilegio di Rodolfo al doge Orso Partecipazio II o Badoer, per le immunità dei Veneziani, nei loro possedimenti posti entro alla giurisdizione del regno Italico, la cui dala, se sia computata a dovere secondo 1’ uso veneziano, con tutta esattezza corrisponde al febbrajo 925 : ed in questa carta, dopo essersi dichiarate le solite esenzioni come negli altri privilegi antecedenti, si aggiunge : Nummis monetarti concedimus, secundum quod eorum provinciae duces, a priscis temporibus, consueto more habuerunt. Queste parole, che non esprimono una nuova concessione di moneta, ma un semplice riconoscimento di quella che già da molto tempo vi si faceva, si trovano ripetute anche nel privilegio due anni dopo a detto doge accordato da Ugo competitore di Rodolfo ; non si scorgono però nè prima nè poi in alcuno di quegli altri atti di tal genere che si conoscono. Assai più frequentemente viene allegato su questo proposito un diverso privilegio di Berengario, di cui però, a differenza dei due primi, tace il Dandolo, e ci mancano cosi il lesto delle parole con cui è concepito, che la indicazione di sua data : in guisa che la maggiore o sola autorità è nell’ epigrafe, forse del XIV secolo, apposta sotto 1’ effigie di Pietro Partecipazio figlio di Orso suddetto, che nel suo più antico testo dice, che Berengario ad esso: Monetali! cudere posse dedit. E ben evidente la ripugnanza che qui esiste, mentre questo doge fu dal 939 al 942, e dei due Beren-gari 1’ uno visse fino al 924, e 1’ altro non ebbe il regno che intorno al 950 ; onde assai più esatta è 1’ altra cronaca estense copiata dal Muratori, che ciò registra sotto Pietro Candiano, immediato successore di Pietro Partecipazio. Pure ad ogni qual modo si voglia, sia che tal privilegio, per avventura smarrito, spetti al secondo o al primo Berengario, non cessa per questo 1’ incoerenza dell' epigrafe coi già allegati due privilegi del 925 e 927, clic per loro stessi non offrono alcun diretto motivo di dubbio, ed i quali concordi, non solo indicano questa concessione della moneta come anteriore a Berengario II, ma inoltre chiaramente la qualificano fin d’ allora per una consuetudine assai più antica dei dogi veneziani.