Già nel Congresso Internazionale di Storia a Bruxelles si annunziò l’idea di un convegno speciale per far vedere quanto sia larga nel campo sterminato degli studi storici la parte che spesso ha Bisanzio. Dicendo : Bisanzio, intendo — e lo intendevano anche quei miei amici e colleghi che accettarono subito l’invito di riunirsi a Bucarest — non soltanto quello che avvenne nella capitale sul Bosforo dall’epoca in cui Giustiniano mandava i suoi eserciti o almeno tutti che marciavano sotto la bandiera dell’Impero dalle Alpi all’Eufrate fino allo smantellamento della munitissima capitale per l’assalto tenace della barbarie asiatica dei Turchi già preparati a prender il retaggio dei Paleologhi, ma qualche cosa di più : tutto quello che contiene in sè l’iaea romana nell’Oriente multinazionale, che se ne ispira, che brama di continuar le tradizioni di Roma, mescolate, ma non essenzialmente cambiate da influssi asiatici e da norme sacerdotali bizantine. Se si fosse riguardato soltanto a quel tesoro politico romano che mai fu abbandonato, si avrebbe dovuto scegliere Roma per luogo di riunione del congresso. La veccnia e vera Roma non si staccò difatti mai da quella nuova che sotto tanti punti di vista non faceva che riprodurre l’aspetto e le usanze. Est e Ovest si cercarono sempre da un secolo all’altro, sotto tutte le forme varie che rivestirono, e nella loro rivalità, nel loro vicendevole disprezzo e nella rivalità diventata odio appassionato si scopre come elementi primordiali il desiderio di riunirsi, il senso dell’unità necessaria, immancabile. Ma, se la prima Roma produsse tra le vicine nazioni, che gravitarono subito nella sua orbita, soltanto quell’imitazione tragica e vana che fu il sacro Impero Romano di nazione germanica, in cui la razza tedesca non diede altro che la forza, l’impulso, l’idea rimanendo sempre strettamente antica, dalla seconda Roma partirono iniziative che crearono Stati ben più intimamente connessi ai suoi principi, quei zarati slavi, bulgari o serbi, che non presentano niente di nazionale, se se ne tolgono dinasti ed eserciti, e che non ebbero istituzioni oltre quelle imprestate ai Bizantini. A Breslav o a Ochrida, a Tornovo, a Sofia, a Vidino, a Ras e a Belgrado, nelle vallate della Macedonia e sul littorale dell’Adriatico quel- lo che si svolge, almeno dal secolo nono fino alla conquista ottomana, è Bisanzio, un altro Bisanzio più fresco e più ruvido, meno mescolato di influssi asiatici, più aperto alle correnti occidentali.